giovedì 11 aprile 2019

Matteo Salvini, svelato (facile)



Diario
11 aprile 2019

I fans sono tali perché annullano tutte le loro capacità riflessive, di intelligenza e soprattutto critiche. Quello che fa specie è che spesso la politica, che sicuramente ha una componente di passione e di fascinazione, ma che nel suo nucleo centrale  si basa sulle “ragioni”, appare in molti settori come un’organizzazione di fans.
Se non fosse così non si capirebbe perché non emerga, sia negli elettori che negli iscritti della lega e anche in tutti gli estimatori espliciti e impliciti del nostro Ministro degli Interni, con forza il ridicolo e la pericolosità di Matteo Salvini.
È ridicolo quel suo continuo travestimento, non il segno di una sorta di libertà dell’uomo, né il rigetto di ogni modulo sociale dell’abito, ma piuttosto il tentativo di rappresentare l’uomo d’ordine, che, appunto perché tale, veste le divise di quanti sono chiamati al rispetto dell’ordine esistente. Oggi le divise di carabinieri, ieri di poliziotti, e ancora di finanzieri, di guardie carcerarie, ecc. È ridicolo e tende a fornire una faccia diversa della linea politica della Lega e del governo che la interpreta che è appunto, in un certo senso il disordine. Quando una forza politica e un governo si identificano con il cambiamento, si intende sottolineare che l’ordine esistente sarà manomesso fino alla sua distruzione, perché un nuovo ordine si vuole instaurare, un ordine che, viste le divise,  non potrà che essere, nella testa del nostro Salvini, un ordine autoritario, di violenza, di controllo e di oppressione.
Così,  pure,  vira verso il ridicolo da una parte e allo svelamento dall'altra parte, quando il nostro indossa il vestito blu e l’apposita cravatta, nei casi d’incontri e di riunioni con i rappresentati dell'élite economici forti. Il messaggio anche in questo senso è chiaro, anzi chiarissimo, la violenza e il controlli sul popolo, l’accordo e la connivenza con i detentori del potere economico.
L’elenco delle contraddizione della Lega, del governo e di Salvini tra cambiamento, controllo sul popolo e amicizia con i poteri economici, riempirebbero molte pagine di questo diario, a partire dalla tassa piatta che mentre ci sono dubbi sui favolosi effetti sull'economia, sono sicuri i vantaggi per le persone con alti redditi. Anche l’ipotesi della sua applicazione in due tempi, costituirebbe una sorta assicurazione per i redditi più alti, ci vorrà più tempo ma arriverà nel secondo tempo.
Si dice Salvini non è il fascismo, ma va sottolineato che del fascismo ha tutte le stigmate dal ruolo assegnato alle donne; non è un caso che nella riunione medioevale di Verona il ministro Salvini ha affermato che non si torna indietro dai diritti acquisiti, in un convegno che proprio questi diritti mette in discussione non solo sul piano legislativo (ci sono anche dei progetti di legge in questa direzione), ma su quello più scivoloso dell’ideologia e dei valori che crea un senso comune reazionario.
Non sarà fascismo, ma chiaro è il doppio binario tra “popolo” e “centri di potere economici”: il popolo blandito, portato sugli altari ma solo a fare il chierichetto (per adesso non è tempo di farne carne da macello), mentre con l'élite economiche corposi contributi, vantaggi e privilegi.
L’ordine proposto da Salvini non può piacerci, il cambiamento appare necessario ma lo vorremmo progressista, non ipocrita e autoritario.  

Nessun commento:

Posta un commento