Diario n. 348
1 agosto
2017-08-01
Circa
il 18% delle costruzioni realizzate nel 2015 risultano abusive. Il dato è in
continua crescita. Il 20% dei fabbricati costruiti non rispetta le norma
urbanistiche. Le regioni campioni dell’abusivismo sono: Sicilia, Campania,
Calabria, Molise, con percentuali di abusi intorno al 50%.
Si
tratta di un esito congiunto di disattenzione e inettitudine delle autorità,
dei connubi tra certe amministrazioni e la speculazione edilizia con annessa
corruzione e dalla prevaricazione della criminalità organizzata.
Questo
tuttavia è niente in confronto a quello che ci prepara il futuro, infatti, accanto
al sostanziale blocco dei condoni a livello nazionale, si sta sempre più
sviluppando una politica di condoni selvaggi regionali e locali, all’insegna
della riduzione del consumo di suolo.
Se
da una parte è ovvio che il suolo va risparmiato, lo slogan consumo di suolo
zero, che presuppone o meglio che lascia intendere la salvaguardia
dell’agricoltura e ovviamente dell’ambiente, a me pare priva di senso, rispetto
alle dinamiche urbane e alle trasformazioni delle città e alle dinamiche della
stessa agricoltura. Certo i vuoti vanno
riutilizzati, lo si sostiene dagli anni ’70, i terreni interstiziale devono
essere recuperati, ma l’affermazione (disegno di legge approvata dalla Camera)
sul consumo di suolo avrebbe bisogno di maggiore riflessione, maggiori analisi,
qualche fondamento teorico, ecc. Il guaio è che si è trasformato in uno slogan
che mostra oggi tutta la sua pericolosità.
Per
risparmiare suolo alcune regioni condonano le mansarde trasformate e finanche
le cantine. Ove queste ultime fossero
incompatibili con gli standard di abitabilità si “suggerisce” di scavare e/o
togliere soffitti per guadagnare i necessari centimetri di altezza. Questo
avviene, per esempio, in Abruzzo, terra sismica, dove i terremoti spesso
disastrosi e cruenti niente hanno insegnato alle autorità.
In
Lombardia e Lazio i sottotetti possono essere condonati se trasformati in
abitazioni.
La
Campania, Regione gestita dal “compagno” Vincenzo de Luca, ha in corso di
gestazione una legge che di fatto evita ogni demolizione di edifici abusivi
(immagino perché così si risparmia suolo).
Chiudiamo
con la Sardegna (governata dal centro sinistra) dove la nuova legge urbanistica
in approvazione dal Consiglio regionale di fatto riduce drasticamente i vincoli
posti dal piano paesaggistico circa l’inedificabilità di una fascia di territorio inferiore a 300
metri dalla costa.
Questa
vicenda, e altre ancora, fanno giustizia del luogo comune (comune anche alla
sinistra) secondo il quale il miglior governo è quello più fisicamente vicino
ai governati: il “locale” come luogo della mobilizzazione popolare e per il
raggiungimento dei migliori obiettivi. Il locale sembra quanto mai permeabile
ad interessi locali non sempre legittimi e spesso contrari ad ogni criterio di
buon governo. Ma la vicenda chiama in causa direttamente Gentiloni e De Rio che
hanno la possibilità e il potere di impugnare questi provvedimenti perché contrari
all’indirizzo nazionale. Lo faranno? c’è da dubitare.
Non
convince che per risparmiare suolo bisogna incrementare l’abusivismo edilizio e
condonare ogni abuso ed ogni costruzione irregolare.
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