Diario n. 318
6 luglio 2016
Il terrorismo religioso si diffonde; non ha bisogno di un
califfato, che perde terreno, per produrre dolore e morte inutili a tutte le
latitudini.
La vittoria dei secessionisti nel Regno Unito indebolisce
l’Europa, che sempre più diventa succube del capitale finanziario e della
Germania. Le promesse di trasformare la
UE in una “unità di popoli”, sembrano poco credibili; né ogni
“nazione” che facesse per sé sarebbe più debole.
Il tracollo delle borse colpisce in maniera rilevante tutti i paesi e in maniera molto pesante
l’Italia. L’assicurazione del governo che il nostro sistema bancaria era
solido, tra i più solidi d’Europa mostra la chiacchiera a vuoto dei nostri
governanti, ai quali è oscura la “speculazione”. Le borse hanno perso, ma ci
piacerebbe sapere, ma non lo sapremo mai, ma possiamo immaginarlo, da questa
caduta delle borse chi e quanto ha guadagnato. Al gioco delle borse non esiste
il caso che perdono … tutti.
In tutta Europa avanzano forze di destra, reazionarie, molto
spesso razziste e social-fasciste. Non si tratta di colore “locale”, ma di una
marea crescente alla quale non si pone diga.
In Spagna Podemos subisce una imprevista sconfitta (ma che
sta nell’ordine delle cose europee), alla quale va allegata la possibile crisi
della dirigenza del Partito Laburista inglese.
In Italia il movimento 5* conquista alcune maggiori città,
Roma compresa; quando va ai ballottaggi vince sempre. Non ostante l’evidenza di
una molto parziale capacità di governo, si appresta alla scalata a Palazzo
Chigi, grazie anche alla nuova legge elettorale.
Per non parlare del possibile esito della prossima elezione
del presidente degli USA.
Diciamo chiaramente non piove, grandina, e siamo senza
riparo.
Chi, come, quando, perché… troppo complicato e troppo lungo.
Qualche brevissima osservazione.
Non si lotta più? No! Non si può dire, anzi movimenti e
conflitti sono sempre più diffusi e, soprattutto, articolati.
Ma di queste lotte e conflitti mi pare di poter osservare:
-
che il “capitale” è quasi scomparso come oggetto
dell’antagonismo. Certo che oggi è inafferrabile e non identificabile
materialmente. Si può manifestare contro le borse, o le banche, ma non si scalfisce
il capitale finanziario. Così il nemico di queste lotte finiscono per essere le
Istituzione (il comune, la regione, ecc.);
-
gli obiettivi di queste lotte sono
sostanzialmente tutte valide (acqua, ambiente, salute, servizi, traffico,
organizzazione urbana, ecc.), anche se alcune sono da rigettare (immigrati,
integrità culturale, ecc.). Ma facciamo aggio sulle prime.
-
molte di queste lotte o fanno riferimento alla
condizione specifica micro di chi lotta, senza collegarla alla realtà più
ampia, o nascono da un rigetto “culturale” verso la politica e soprattutto i
politici (i quali danno man forte al crearsi di questo rigetto). Questo fa si
che movimenti anche possenti, come 5*, non hanno nessuna garanzia di tenuta a
mano a mano che vincono: ogni vittoria li porta a trasformarsi in casta. Perché
la “casta”, oltre che un contenuto soggettivo (come si fa politica) ne ha uno
oggettivo (la collocazione istituzionale e nelle strutture di potere). Sta qui
la matrice della sconfitta di Podemos, non so, chiedo lumi agli amici spagnoli.
Come si costruisce l’ombrello?
Non ho ricette, ma so che si tratta di una necessità e di una urgenza. So anche
che ci vorrà tempo, intelligenza e capacità “politica”. Mi scoraggia (ammesso
che sia rilevante) guardarmi attorno. La riunione della direzione del PD fa
cadere le braccia. Lo spreco di energia per contrastare il referendum
costituzionale mi è incomprensibile:
riducono la democrazia, allora riprendiamocela. Costruire oggi
un’alternativa impone chiarire ed affrontare le condizioni strutturali,
progettare un futuro appetibile, capire che si tratta di una lotta per il
potere. Il potere non è tutto ma senza di esso vince e stravince il capitale
finanziario. Capisco che sono generico, ma non è più il mio tempo.
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