Diario n. 309
15/1/2016
Non capisco perché il prezzo del
petrolio a 30$ (o meno) al barile sia una iattura economica? È meglio allora
che il prezzo del petrolio torni a 80-100$ al barile? Ma quando aveva questo
prezzo era giudicata una disgrazia. Uno si immagina che il basso prezzo del
petrolio corrisponda ad un fortissimo incremento della produzione di energia
rinnovabile, ma non è così e allora? Forse la spiegazione sta nel rallentamento
(stagnazione? deflazione?) dell’economia mondiale? Ma il basso prezzo del petrolio
e quindi dell’energia non dovrebbe stimolare la produzione di beni con un più basso costo e quindi essere (i beni) più
accessibili e vantaggiosi per i consumatori oltre che della ripresa economica? Ma
forse tutto questo non avviene perché i “paesi produttori di petrolio” (o
meglio quelli che hanno il possesso di questo bene naturale) si trovano con una drastica riduzione dei
ricavi e sono costretti a restringere le importazioni (per esempio armi – per esempio
USA e Germani- e di beni di lusso- per esempio Italia e Francia) o non
possono continuare lo sviluppo di operazioni immobiliari in grande stile (vedi
Dubai)? Un bel circuito: alto prezzo del petrolio → notevoli risorse dei paesi
produttori → alte importazioni → alte esportazione dell’economie sviluppate →
alti costi di energia per questi ultimo produttori. Cos'è meglio?
Non capisco perché la bassa
inflazione sia un danno? Era meglio quando l’inflazione era a due cifre? Ma anche
allora si diceva che l’alta inflazione era insostenibile, e allora? Non capisco
se la “scala mobile”, conquistata dai lavoratori per difendere il potere d’acquisto
dei salari, portava sviluppo (certo squilibrato) perché l’hanno voluto eliminarla?
Si potrebbe rimetterla per fare innalzare l’inflazione e fare così contento
Draghi? Non capisco come mai una bassa inflazione non stimoli gli investimenti
(bassa previsione di guadagni?) e perché è stata condotta una dura lotta contro
il sindacato per eliminare la scala mobile? Cos'è meglio?
Non capisco perché lo Stato
debba continuare a finanziare (in tanti modi), con considerevoli risorse, le imprese private e
queste, a cui è affidato il destino dell’economia, approfittano delle risorse
ma non fanno il loro mestiere in investimenti, innovazione e sviluppo? Non capisco perché quello che era un vanto del
sistema economico italiano l’ “economia mista”, con una forte presenza dell’industria
pubblica sia stata smantellata e si affermi l’idea di privatizzare,
privatizzare, privatizzare? Non sarebbe giusto che lo Stato tornasse a fare l’imprenditore
di sviluppo, magari con qualche regola che eviti la corruzione? Cos'è meglio?
Non capisco come facciano,
intendo con quale faccia, a continuare a
dire che la ripresa è iniziata, che la
crisi sta alle nostre spalle, e ogni volta essere smentiti? L’ottimismo non fa
sviluppo, e l’incremento di uno zero
virgola e qualcosa del PIL, non capisco
come venga considerato l’annunzio del bene che verrà? La ripresa degli USA, dove
non hanno seguito una politica economica di austerità, avrebbe trainato l’economia
mondiale, si è detto, ma non capisco come mai tre mesi dopo anche l’economia USA
risulta in recessione? Non capisco come mai la Cina invece di essere trainante
ci porta la crisi?
Non capisco se quanti ci ammanniscano
questi falsi discorsi siano stupidi, siano in buona fede, o, direbbe un mio
amico, i servi di un complotto?
Forse sono instupiditi per gli
occhiali sbagliati con le quali continuano a leggere il mondo, che è tutto
cambiato. Solo gli speculatori finanziari hanno, fino a quando durerà, la capacità
di lettura e la capacità di approfittare della situazione.
Sono in buona fede (forse) ma
comunque non vedono oltre il loro naso, maneggiano molti dati (troppi) e molti
di questi sono falsi. Vedi la falsificazione sui dati dell’occupazione operata
dal Governo italiano per giustificare e valorizzare la politica del lavoro; vedi
la falsificazione della W dei dati di immissione di inquinanti delle loro auto
(forse anche la Renault); vedi, così sembra, la falsificazione dei dati delle
vendite degli automobili; vedi le operazioni equivoche che avvengono (da
sempre, bisogno dirlo) nelle Borse a dispetto degli organi di controllo. Per
non parlare dei bilanci delle banche e del controllo della Banca d’Italia. Una spiegazione, tuttavia, non è una
giustificazione.
Ho l’impressione che i
politici abbiano completamente perso il senso del loro ruolo, certo il loro
ruolo è stato sempre coniugato con i loro interessi di potere. Ma oggi? non sanno quello che fanno, quello che fanno lo fanno male. E sperano che duri.
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