Diario n. 280
Grecia, il pericolo del
contagio. Renzi, la certezza dell’insipienza
L’atteggiamento dell’Europa (sic) e delle istituzioni
finanziarie nei riguardi del nuovo corso in Grecia presenta due dimensioni, da
una parte l’intransigenza è rivolta alla Grecia e alla sua “velleità” di voler
mettere in discussione i patti e soprattutto i debiti, ma dall’altra parte si
tratta di una “cura preventiva” nei riguardi della Spagna (Podemos) o di
qualsiasi altro paese. Se con le minacce pre-elettorali non sono riusciti ad
influenzare il voto del popolo greco, si pensa che costringendo il governo
greco a rispettare i patti o a fallire, si tende a far capire al popolo
spagnolo, prima di tutto, anche perché prossimo alle elezioni, che non si
illuda, che è meglio non abbandonare i vecchi partiti, con la vecchia linea di
austerità a parole contestata, per l’avventura
dei nuovi partiti e di nuove soluzioni.
Non è chiaro se la UE, la BCE e il FMI alla fine
troveranno un accordo con il governo greco venendo a più miti consigli, ma non
escludo che data la poca rilevanza economica e dimensionale della Grecia non
portino la loro rigidità alle estreme conseguenze: o mangi questa minestra o ti
butti dalla finestra. Dico questo perché la paura di queste istituzioni non è
tanto la febbre greca, quanto il contagio. È questo che temono, ed allora
vogliono costruire una cintura preventiva fatta di paura e di sottomissione.
Se da una parte si può comprendere, ma non giustificare,
la posizione della Germania, non si capisce la posizione di Francia e Italia alla Germania accodate. Non capiscono che i
greci parlano italiano, spagnolo, portoghese, irlandese e, perché no, francese?
Non capiscono che quello che sta succedendo, quello che è successo e quello che
succederà nell'economia, negli equilibri di potere, nella dimensione dell’oppressione,
riguarda tutti?.
Il “potente” Renzi, è molto contento di qualche decimale
di previsione positiva del PIL d’Italia per
il prossimo anno, di qualche decimale di avanzo, ma niente dice che dentro
questo miracolo la disoccupazione è prevista aumenti. Ma veramente Renzi pensa
di poter saldare il debito italiano e di poterlo ridurre al 60% del PIL nei
prossimi anni, come richiesto dagli accordi europei? Ma soprattutto pare convinto, questo è molto
pericoloso, ma non è il solo, di essere
ormai a riparo dalla speculazione finanziaria.
A me è sembrato di capire che le “bolle”, i titoli
velenosi, come quelli spazzatura e tutti gli strumenti finanziari che la crisi
ci ha fatto conoscere, non sono un accidente dentro il mercato finanziario, ma
la ragione d’essere di questo. L’enorme massa finanziaria non volendo e non
potendo trovare collocazione nell'economia reale, non può stare “ferma”, né può
essere soddisfatta di qualche giochetto di borsa, ha bisogno, necessità, di
grossi giochi, di occasioni speculative ed
è per questo che si inventano adeguati strumenti finanziari, sempre nuovi,
sempre privi di controllo ma dagli esiti nefasti.
Fino a quando non si mette mano in questo mondo, e non
sarà Renzi (soprattutto per ignoranza), né quanti collocati in apposite
caselle istituzionali, che lo potranno fare, non vedremo pace, la instabilità economica e non
solo sarà permanente tutta sulle spalle del popolo.
Che ci sia bisogno di un “nuovo” sistema economico-sociale
qualcuno ogni tanto lo pensa, altri, pochi, lo dicono, ma tutti stiamo fermi in
attesa della prossima grandinata.
Caro Francesco, concordo con la tua lettura della situazione. L'Europa spinge per colpirne uno per educarne cento. Non sorprende che in questi giorni il leader di Podemos sia stato accusato di evasione fiscale ... e già crocefisso dall'attuale governo popolare.
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