Diario n. 275
- Renzi e il PD
- Renzi, la fine propulsiva
- Renzi: il nuovo futuro presidente della repubblica
Renzi e il PD
Dell’ultima assemblea del PD si potrebbero scrivere molte
cose: della finta cautela di Renzi, delle preoccupazione per la prossima
scadenza dell’elezione del Presidente della repubblica, della preoccupazione
per le manovre di Berlusconi, della timidezza dell’opposizione interna, ecc.
Ma soprattutto si potrebbe scrivere degl’ignavia politica
di tutti, ma forse piuttosto che scrivere si può riportare quello che
Shakespeare mette in bocca a Cassio a proposito dello strapotere di Cesare (senza
che questo induca nessun paragone tra Matteo e Cesare):
Perché, amico, lui
sta a cavalcioni di questo stretto mondo
come un Colosso, e
noi, uomini meschini,
ci muoviamo sotto
le sue gambe immense e sbirciamo
di qua e di là per
trovarci disonorate tombe.
Gli uomini in certi
momenti, sioo padroni del loro destino.
La colpa, caro
Bruto, non è delle nostre stelle,
ma di noi stessi
che siamo schiavi.
[…]
Ora, nel nome di
tutti gli dei di una volta,
di quale cibo si
nutre questo nostro Cesare
da diventare così
grande? Oh epoca svergognata!
Roma, tu hai perso
la stirpe del nobile sangue!
Quando mai è
passata un’epoca, dopo il grande diluvio,
che non andasse
famosa per più di un sol uomo?
Quando mai si è
potuto dire, finora, parlando di Roma,
che le sue ampie
strade non contenevano che un uomo?
Ora è Roma davvero
un piccolo romitaggio,
se in essa non c’è
che un uomo soltanto.
Renzi, la fine
propulsiva
Comunque lo si giudichi, Rezzi è sembrato potesse essere
una forza “propulsiva” per il paese (rotamare, rinnovare, riformare, decidere,
ecc.), ma difetti caratteriali gravi per un politico, una sicurezza in se
stesso che rasenta l’assurdità, la tendenza a circondarsi solo di persone, donne
e uomini, che lo assecondano, l’ignoranza sostanziale della crisi economica e
il considerarsi l’uomo che poteva aggiustare tutto (la crisi economica, la
crisi sociale, la crisi culturale e la crisi della rappresentanza) con la forza
del suo attivismo, ne ha depotenziato qualsiasi possibilità. Si può dire che
Renzi abbia fallito. Questo non vuol dire che scomparirà dalla scena politica,
ce lo potremmo tenere per un decennio e forse più. La sua forza sta nella
debolezza degli antagonisti (sic!).
Il teatrino della politica che ha costruito, essendo un
giovane post-moderno, quello dei messaggini, dell’accattivarsi, con il sorriso,
mamme e figli, resisterà ma non produrrà niente di buono.
Le sue trovate, ieri gli ottanti euro, oggi le olimpiadi,
fanno scena, ma la commedia non si avvia verso il lieto fine.
La tentazione forte che ha di andare alle elezioni presto,
per liberarsi di infedeli (dentro e fuori dal suo partito) non è affatto
tramontata, del resto quanto più categorici sono i suoi dinieghi tanto falsa
essi appaiono alle orecchie sensibili (fidati, dice, mentre ti avvelena).
E poi non è sicuro che le elezioni andranno come
vorrebbe; non parlo di sconfitta ma forse il coagulo di forze diverse e l’affermarsi
di vecchie sigle, prospettano un risultato inutile ai suoi fini: un Parlamento
ancor meno governabile.
Renzi: il nuovo futuro
presidente della repubblica
Il rosario di nomi che l’informazione (si fa per dire) snocciola
ogni giorno sui possibili candidati alla presidenza della repubblica (nomi
sussurrati, che i politici si lasciano … sfuggire di bocca) appare drammaticamente
deludente. Giorgio Napolitano è stato un presidente criticabile per molti
versi, ma il pericolo è che forse lo rimpiangeremo.
Alcuni dei nomi che si fanno non c’entrano niente con il
ruolo (non basta certo essere famosi); altri da anni brigano per questa
elezione; altri come unica caratteristica hanno dalla loro il sesso (donne);
altri rappresentano dei campioni di “occupazione” di poltrone; ecc.
Non speriamo in niente; il paese fornisce nomi adatti, dignitosi e di valore, ma questi saranno scartati come pericolosi
eversori (dei disegni di Renzi). Sarà quel che sceglierà Renzi con qualche suo
alleato impresentabile (al netto delle schede nulle). Sarà una soluzione insoddisfacente,
di cui non abbiamo bisogno: un ferro vecchio lucidato o un ferro nuovo già maculato. Ma che possiamo
volere di più?
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