Diario 211
17 – 23
febbraio 2013
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Il tempo
è scaduto
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Comico, Nobel, cantante unite insieme nello spettacolo
della politica
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Parole, parole, quando tacere sarebbe d’obbligo
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Corruzione
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Fascismo diffuso
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Cosa insegna il caso di Angela Bruno?
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Citazioni: nel bene e nel male (Marco Mancini, Mario Monti,
Pierferdinando Casini, Urbano Cairo, Mario Monti, Sergio Cesaretto, Carlo Flamigni
e Stefano Rodotà, Bruno Palermo, Silvio Berlusconi, Susanna Camusso)
Il tempo è scaduto
Siamo alla fine, il risultato pare molto incerto, come
mai? La campagna elettorale è risultata più scalcagnata di quanto si potesse
immaginare. Il perché di questo è riscontrabile sui modi e i contenuti con la
quale essa è stata condotta.
L’inizio con la sua discussione sulle “agende”, sebbene
stucchevole, aveva il pregio di affrontare alcuni temi della situazione del
paese. Ma subito si è voltata pagina e il tema delle alleanze è diventato
centrale. Non sostengo che sia tema marginale, ma discettare su Moti si Monti no; se esisteva già un accordo
tra PD e Monti o se questa fosse bandiera della lista Rivoluzione civile per
accaparrarsi qualche voto; se Monti sarebbe stato più propenso, di accordarsi
con la destra (senza Berlusconi) o con il centro sinistra, ecc. ha distolto l’attenzione
sui problemi del paese. Non solo ma non
costituiva elemento di scelta dell’elettorato che misurava la propria
condizione di disagio con il “discorso politico”. I temi del paese quando sono
stati affrontati sono stati coniugati in termini generali: lavoro, equità,
giustizia sociale, ecc. oppure populisticamente da Berlusconi e da Grillo, che
urlano sfaceli da fare (tutti a casa, Va a fa.., ecc. o mirabolanti proposte
come la restituzione dell’Imu, un reddito per tutti di 1000 euro, ecc. la gente
applaudiva come ad uno spettacolo, ma sicuro che nulla di questo avrebbe inciso
sulla propria situazione.
È propria questa inconsistenza programmatica, seria,
responsabile e credibile che determina l’incertezza del risultato. L’elettore
non ha criteri sicuri di scelta, certo contano le ideologia di appartenenza, ma
aver programmaticamente evitato ogni discorso pregnante sui caratteri della società futura, determinerà un voto
casuale di simpatia, o una indifferenza alla partecipazione.
Sebbene si raccogli quello che si semina, si spera
nell’intelligenza collettiva.
Comico, Nobel, cantante unite insieme nello spettacolo
della politica
Non c’è scandalo; un
comico, un premio Nobel, un cantante
hanno pieno titolo per scendere (o salire come si dice ora) in politica. Lo
scandalo è sulla proposta politica. Non è detto che chi critichi lo “stato di
fatto” abbia anche l’obbligo di indicare oltre le malattie le cure, ma se uno
si candita al governo allora a questo obbligo deve attenersi. Risposte che non
possono essere né il “va fa…”, né li “mandiamo tutti a casa”, ecc.
semplificando la politica a spettacolino satirico.
Tutto questo spaventa? Un
po’ si e un po’ no.
Un po’ si perché se il
successo annunziato si realizzasse la probabilità di una situazione instabile
sarebbe molto alta, e di in una situazione instabile ove mancasse una strategia
del cambiamento ne ha sempre approfittato la destra. Senza dire che è anche
possibile che una situazione instabile spinga il governo, chiunque ne faccia
parte, ad assumere una faccia e una sostanza autoritaria che gioverebbe
soltanto a quell’1% della popolazione di cui si parla.
Un po’ no perché, nel mio
sfrenato ottimismo continuo a pensare che gli italiani per quanto diseducati
dalla televisione, per quanto educati al populismo (in questo una
responsabilità grande è anche di alcune trasmissioni politiche – di sinistra,
si fa per dire – che del populismo mascherato da denunzia hanno fatto la loro
fortuna) abbiano ancora ragione e sentimento, per riconoscere la politica come
esercizio di governo. In questo caso il
populismo di Grillo e di Berlusconi, avranno i loro consensi ma non tanto da
creare uno stato permanente di instabilità.
Quello che preoccupa non è
l’instabilità in sé ma la mancanza di alternative in una situazione instabile.
Parole, parole, quando tacere sarebbe d’obbligo
Il finale di campagna
elettorale sta producendo il peggio.
Cominciamo con Mario
Monti: la sua furba dichiarazione circa la contrarietà della Merkel per una
vittoria del PD, certo che non ha detto “la cancelliera mi ha detto”, ma questo
era il senso che voleva comunicare, ma alla fine a sbattuto la faccia contro u comunicato
tedesco che negava qualsiasi intromissioni nella campagna elettorale
italiana. Una figura da profittatore
delle sue amicizie.
Oscar Giannino, sta per
essere accreditato di una dirittura morale che non ha. Non è rilevante che si
sia dimesso, è rilevante il millantato credito dei suoi titoli accademici.
Adesso addirittura dichiara di “portare la croce”. Un po’ troppo. La vanità fa brutti scherzi. Senza dire che a
partire delle posizioni del suo movimento sul merito avrebbe potuto “vendere”
politicamente, il non essere laureato, essere un autodidatta ma anche
autorevole (si dice). Invece ha sperato che niente venisse fuori.
Il falso facsimile inviato
da Silvio Berlusconi alle famiglie ha fatto mettere in fila presso gli uffici postali
tanti pensionati che hanno creduto al rimborso dell’IMU. Un boomerang.
Corruzione
Il tema della corruzione,
non casualmente, è all’ordine del giorno è ha investito il dibattito politico.
Non voglio discutere delle soluzioni, ma del frastuono che il tema ha creato
forviando l’opinione pubblica.
Intanto la similitudine
con “mani pulite”. In quel caso la
corruzione ha investito i partiti la cui corruzione serviva al “costo della
politica”. Non è una giustificazione, né si sottovaluta come risorse
finanziarie finivano per rimanere incollate alle mani di chi li maneggiava, ma
solo una descrizione.
Oggi la corruzione serve solo per il tornaconto personale, i costi
della politica non c’entrano o ci entrano in minima parte. In realtà, avviene proprio il contrario, come
la cronaca ha evidenziato si rubano i
soldi della politica a proprio personale interesse. Certo poi ci sono i
politici corrotti, che non si accorgono che qualcuno sta pagando una quota della casa acquisita, o
chi pensa solo al proprio lusso, alle proprie cene, alle proprie vacanze,
ecc. L’attenzione è estrema verso la
politica e i politici, ed è giusto, chi si impegna a funzioni politiche deve
essere al di sopra di ogni sospetto. Ma l’attenzione alla politica non deve distrarre
dalla uguale attenzione alla corruzione privata, diciamo così. Non solo i casi
eclatanti messi in evidenza nelle ultime settimane (Finmeccanica, MPS, ecc.)
hanno messo in luce come il male affare la fa da padrone anche nelle imprese, Ma
non mi pare hanno richiamato l’attenzione sulle imprese, che non “sottostanno”
alle leggi del mercato (tanto care al prof. Monti), ma di tali leggi
approfittano per il loro illecito arricchimento.
È insito nel sistema
capitalista il male affare, e da qui che è partita l’infezione alla politica.
Non semplifichiamo assegnando tutta la responsabilità alla politica, che si
risolverebbe con un Va fa… o con un “tutti a casa”. Leggi pregnanti, organi
indipendenti efficaci nel controllo, un clima culturale diverso sono necessari
per ridurre al minimo il malaffare nell’economia.
Fascismo diffuso
La violenza razzista che
caratterizza tante delle manifestazioni di vitalismo giovanile non può essere
passata sotto silenzio.
Che in Toscana bande di
ragazze, molto giovani, pestano una loro compagna “negra” non è una ragazzata,
è l’espressione di ciò che è in incubazione nella società civile.
Cosa insegna il caso di Angela Bruno?
Angela Bruno e quella
impiegata che in diretta ha subito lo scherzo maschilista e volgare di Silvio
Berlusconi, quello difeso dalle donne del PDL tra cui la signora dal dito
medio.
Con gli uomini, in
generale ma in particolare del tipo di Berlusconi, non si possono avere atteggiamenti mondani
neanche per imbarazzo. Bisogna reagire con forza e dignità. Tutte lo sanno ma
capisco che di fronte ai capi dell’azienda e al potente Berlusconi si può
soccombere.
Citazioni: nel bene e nel male
Marco Mancini,
presidente conferenza dei rettori, Corriere della Sera, 18 febbraio 2013
“Se vi fosse una
Maastriccht delle università, noi saremmo ormai fuori dall’Europa”
Mario Monti,
La Repubblica, 19 febbraio 2013
“Non ho e non avrò niente
in comune con questa coalizione di sinistra” (Parole chiare e nette, ma anche molto bugiarde: il professore spera in
un accordo che in qualche modo gli
riconsegni un ruolo).
Pierferdinando Casini, La Repubblica, 19 febbraio 2013
“Per Monti un risultato
tra il 14 e il 15%. È fuori dal mondo che non arriviamo al 10%” (sarà fuori dal mondo ma è una possibilità
con alta probabilità).
Urbano Cairo, La
Repubblica, 19 febbraio 2013
“La sfida è titanica, ma
quando presi la Giorgio Mondadori mantenni tutto il personale. Vorrei fare lo
stesso a La7” (“vorrei”? ma ci piacerebbe sapere i legami di
Cairo con Berlusconi)
Mario Monti, Corriere
della Sera, 19 febbraio 2013
“La scelta di proporre una
grande coalizione compete al presidente della Repubblica. Io, come è noto, sono
da tanti anni fautore di grandi coalizioni per risolvere i problemi seri del
Paese. Del resto quello che abbiano fatto quest’anno è stata una strana grande
coalizione” ( Il sogno di Monti e di fare il gallo in un pollaio)
Sergio Cesaretto, Il Manifesto, 21 febbraio 2013
“Abbiamo la speranza che,
tuttavia, il bello debba ancora venire, e che lo vedremo nel dopo-elezioni
quando i nodi sociali che si sono elusi in questa deprimente campagna
elettorale verranno finalmente al pettine. A meno che l’assuefazione al peggio
finisca per prevalere , assecondata purtroppo da una sinistra che mai come ora
ci è apparsa al di sotto delle sfide a cui le sorti del paese la chiamavano”
Carlo Flamigni e Stefano Rodotà, Il Manifesto, 22 febbraio 2013
“Molti cittadini sono
favorevoli alla donazione di gameti, alla pillola del giorno dopo, all’uso
della Ru486 per abortire e al matrimonio dello stesso sesso. Eppure i partiti
continuano a ignorare e tacere questi argomenti, di grande attualità nella
società contemporanea. Eppoi, La Chiesa Cattolica è giusto che sia l’unica
rappresentante di una morale valida in Italia?”
Bruno Palermo,
Il Manifesto, 22 febbraio 2013
“Signor Silvio Berlusconi,
trovo che all’indecenza non ci sia più limite e argine. Lei ha inviato la
lettera ‘Rimborso Imu 2012’ a mio padre, Domenico Palermo. Vede signor
Berlusconi mio padre è deceduto 26 anni fa, quando ne aveva 67. … Faceva il
muratore, lavorava saltuariamente, me è sempre stata una persona onesta e un
lavoratore infaticabile. … Se mio padre fosse ancora in vita, alla visione
della lettera sarebbe salito sul primo treno, e si sarebbe fatto mille
chilometri per raggiungere i cancelli di Arcore e lanciargliela dietro la sua
lettera… Come si permette, signor Berlusconi, di importunare persone di cui non
conosce niente, la storia politica, quella familiare?”
Silvio Berlusconi, La Repubblica, 23 febbraio 2013
“Non ho mai messo un dito
su quella ragazzina (Noemi)” (esagerato
ma gli credo, e un bambinone. Con quella ragazzina quando l’andava a trovare
chiacchieravano come due bambini, giocavano con le bambole, qualche volta
apparecchiavano e cucinavano con la cucina giocattolo, raramente, ma tra
bambini capita, giocavano al dottore).
Susanna Camusso, Il Manifesto, 23 febbraio 2013
“La Cgil è stata e resta
un’organizzazione lavorista, che crede nella dignità del lavoro e punta alla
piena occupazione”