venerdì 14 ottobre 2022

Doveva succedere e successo

 

Diario

26 settembre 2022

 

Prima di tutto voglio spiegare che il filo di ottimismo del mio precedente Diario, a proposito delle elezioni di domenica scorsa, non era determinato dalla mia totale inconsapevolezza di quello che stava avvenendo, ma piuttosto di un auspicio e di un porta fortuna. Non ha funzionato. 

Quanti sperano che ora le differenze interne al blocco di destra possano portare ad una loro disgregazione,, abbandonino questa speranza. Chi vince si compatta, chi perde si disgrega. L’unica nota positiva e che a sinistra non c’è niente da disgregare e già tutto compiuto.

Sarà capace la Meloni a costruire in governo che non dispiaccia la Presidente della Repubblica? Sara capace, nonostante qualche difficoltà e qualche pretesa ingiustificata. Ma questo sono cose che vedremo nel prossimo mese.

Merita qualche riflessione la sinistra. Letta ha annunziato la sua non candidatura al prossimo congresso del PD, bene, ma non basta. Quanti ambiziosetti, sono stati ridotti alla loro dimensione reale, o non sono riusciti a superare la soglia dello sbarramento, devono riflettere fino al ritiro dalla politica.  La vittoria del compatto (di fatto) blocco di destra riporta la politica all’alternativa destra-sinistra, ma se la sinistra non riflette su se stessa per molti anni non ci sarà alternativa.

Non si tratta di mettere insieme chiunque e comunque per tentare di battere la destra, ma di un lavoro più profondo. Si tratta di rifondare (che brutta parola) un comunismo (o se si preferisse un social-comunismo, o anche solo un socialismo) moderno, che cioè tenga conto delle trasformazioni dell’organizzazione economica e sociale e delle nuove domande.

Non i tratta di accettare lo stato quo, ma piuttosto di trasformarlo. Non si tratta di occuparsi della povertà o della tristezza di milioni di persone, ma piuttosto di cambiare le condizioni che determinano miseria, povertà, tristezza e infelicità.

Su questi temi abbiamo a disposizioni intere biblioteche, riflessioni acute e banali, accettazioni delle diverse situazione negando ogni possibilità si trasformazione o immaginifici processi di trasformazione. Ma non si tratta di fare i conti con quanto contenuto nelle biblioteche, ma piuttosto riarticolare una interpretazione della società ed individuare quale trasformazioni necessarie per raggiungere obiettivi di libertà, di benessere e di uguaglianza.

Non si tratta di un lavoro “teorico”, ma piuttosto di  misurare queste riflessioni e analisi all’interno della lotta politica.

Il capitalismo è malato, se vogliamo evitare la diffusione della peste dobbiamo cambiarlo, con strumenti di intelligenza economica, sociale e politica, sapendo che siamo di fronte a strutture economico-sociali molto articolati, ma fortemente interrelate e  determinate da logiche comuni distruttive sul piano sociale, e forse non solo. 

La scossa che questi ultimi risultati elettorali ci hanno dato, può essere salutare per riflettere politicamente sul nostro destino e non solo sul nostro.

Se la sinistra saprà impegnarsi in questo lavoro possiamo sperare in un domani migliore altrimenti ci toccheranno tanti Meloni anche in sembianze diverse.

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