Diario
11 maggio 2022
Non è chiaro se oggi, in questo rigurgito razzista, qualsiasi cosa io scriva, che non sia assolutamente combaciante con quello che pensa il governo e il presidente degli USA, non mi buscherò l’accusa di filo sovietico. Va bene voglio correre il rischio.
Per quello che vale penso che ci sia un aggressore,
la Russia, e un aggredito, l’Ucraina. Ma va anche detto che ci vuole molta
attenzione a garantire la sicurezza ai paesi confinanti. Non credo che questo
sia avvenuto da parte dell’Ucraina e dei paesi occidentali, Nato compresa. Ciò
giustifica la Russia? non di certo, ma serve per capire e a spiegare quella che
è successo.
Intanto mi pare che nessuno vuole la
pace e la fine di questa carneficina, non la vogliono i belligeranti diretti, e
non la vogliano tutti i responsabili politici occidentali. Solo il papa sembra
volerla. Non solo ma se l’Ucraina fa qualche apertura, come è avvenuto la
settimana scorso, gli USA e la Nato hanno bloccato questa apertura, non si
capisce a che titolo, con quale diritto, e perché. Almeno se non si vuole
ammettere che il senso di questa guerra non sia un attacco alla Russia.
Qualcuno dei leader occidentali sembra tentennare, ma attenzione, non tanto per rigetto della
guerra e dei crimini conseguenti, quanto piuttosto per le conseguenze sui paesi
europei. Non si tratta solo di energia, ma anche si teme per la materia prima
della masticazione.
Avendo il governo ucraino adottato il
blocco ad ogni espatrio di cittadini maschi in età di imbracciare un fucile, e avendo gli
occidentali ceduto armi di tutti i tipi e di ogni genere agli Ucraini, oggi
abbiamo un potentissimo esercito (numeroso di uomini ed equipaggiati di armi al
meglio) quale non esiste altro in Europa. Un esercito, quello ucraino, attrezzato non solo per la difesa e per
respingere l’occupante, ma anche in grado di essere aggressivo sul piano territoriale.
Non si tratta di cercare la vittoria, quello che vogliono gli alleati “pelosi”
dagli ucraini e una guerra di lunga durata e di logoramento della Russia.
Non è necessario essere particolarmente perspicaci
per capire che il gioco che gli USA stanno conducendo sulla pelle della popolazione
dell’Ucraina, oggi, e domani sulla pelle degli europei, è un gioco pericoloso:
chi gioca con il fuoco e facile che si scotti.
Se da una parte si può escludere una guerra nucleare, questa gli USA la escludono,
e sanno che per quanto possano intercettare razzi nucleari alcuni passeranno e
basteranno a realizzare un paesaggio post-nucleare e invivibile (in tutte le
parti del mondo). Ma a riparo della guerra nucleare gli Usa si sentono sicuri,
e gli europei? Non ci vuole la bolla di cristallo per immaginare come:
-
Carenza
di energia;
-
Carenza
di materia prime;
-
Carestia;
-
Inflazione;
-
Disoccupazione;
-
E
magari qualche pandemia
siano ingredienti sufficienti per creare
instabilità politica, violenza individuale e violenza di massa frastagliata, manomissioni
delle istituzioni democratiche e rappresentative (per quello che valgono) e
ogni forma di antagonismo senza obiettivi chiari. Insomma un caos non creativo
di buone soluzioni, quanto piuttosto generatore di scorciatoie autoritarie.
Insomma la tragedia Ucraina dovrebbe
spingere l’Europa a far per se, ad allentare questo cordone ombelicale che la
lega agli USA (che fa i suoi interessi), e porsi con autonomia e autorevolezza
sull’orizzonte internazionale. A lei spetta il compito di far nascere la pace
nel suo spazio vitale, a lei spetta il campito di assumere il ruolo di “altra”
potenza, portatrice di civiltà e di pace.
Potrebbe farlo, ma la maggior parte dei
suoi leader tentennano.
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