Diario
31/1/2017
Tra i più dei duecento amici che, divisi in tre gruppi, ricevono
il Diario, so che alcuni voteranno PD (nonostante Renzi), altri voteranno
Liberi e Uguali, alcuni non voteranno, mentre altri pensano di votare 5*. So
che le motivazione del voto di ciascuno sono meditate e ragionate, io le
rispetto tutte anche se non tutte le condivido. La Politica presente ha un alto
tasso di incredibilità, ma la nostra libertà personale, sintomo di libertà
collettiva, pretende una scelta autonoma. Questa non potrà che essere libera ma
legata ad una prospettiva credibile. Quello che è in gioco non è il futuro,
quello rotola giorno dopo giorno, quanto la convivenza nella nostra società e
lo spirito di uguaglianza. A me pare che mai come oggi la nostra società (piena
di ingiustizie e contraddizioni, ma ancora vitale) risulti accerchiata da
pericolosissimi nemici: il fascismo emergente, la criminalità organizzata che
sempre più si fa largo in ogni nodo della nostra organizzazione sociale, la
corruzione endemica, un individualismo non temperato ... Alcune delle forze
politiche in campo di questi nemici costituiscono le quinte colonne manifeste,
altre non paiono consapevolmente armati, altre hanno perso vigore.
Io non credo che sarà facile rompere questo assedio, né che
l’assedio sarà breve. Resistere bisognerà,
ma non basta.
Ogni 31dicembre si ha l’impressione di un inizio, in realtà si
tratta di una continuazione. Il 2018, a livello complessivo, non sarà diverso del 2017, in realtà potrebbe
essere peggiore, sono presenti delle nuove bolle che possono scoppiare da un
momento all’altro, la pace mondiale potrebbe essere sempre più compromessa (e l’Italia
potrebbe essere obbligata a nuovi interventi), la crisi ambientale non ci darà
pace ed eventi eccezionali potrebbero colpire alcune regioni, per non parlare
della crisi economica che sottrae speranza e prospettiva a milioni di giovani,
mentre cresce la povertà e i poveri si vogliono nascondere, ecc. Non si tratta
di fare l’uccello del malaugurio ma di guardare con realismo il futuro. Ma un
inizio a cui guardare c’è, si tratta del 5 di marzo, ad urne chiuse.
Non si tratta di uno spartiacque, ma sicuramente molte cose
cambieranno. Non è detto in meglio.
Non voglio fare previsioni ma avanzare qualche ragionamento. Non
credo che nessuna tra le tre coalizioni maggiori avrà la maggioranza per
governare, questo avrà come conseguenza una non facile tenuta delle coalizioni
elettorali, mentre si porrà il problema della ricerca di un’alleanza di governo.
Ci si può sbizzarrire, ma credo che le peggiori, dal mio punto di vista, non saranno facile da realizzarsi.
Personalmente non spero che il PD tracolli, mi auguro che
mantenga la percentuale, magra, che le previso0ni gli assegnano; mi auguro che Liberi è Uguali sia capace di
mobilitare il voto di sinistra deluso, che costituisca una polarità di richiamo
per il voto di protesta nonostante la penalizzazione del maggioritario e che
non paghi cara la propaganda per il voto utile. Questi due possibili risultati
potrebbero essere una buona base di governo, ma altri passi andranno fatti: tutti
i presidenti del Consiglio dei ministri passati e presenti dovrebbero fare un
bel passo in dietro, se i deputati e
senatori delle due organizzazioni fossero indotti a ragionare, piuttosto che ad
atti di fede, si potrebbe aprire la
strada per un accordo di governo di centro, il PD , sinistra,
Liberi e Uguali: una tale alleanza potrebbe attrarre altre forze democratiche
e moderatamente riformiste, per un governo in grado di rompere l’assedio, che
stringe in una morsa la nostra società, o almeno di ridurne i danni.
So che molti amici sapranno individuare molti “bachi” in questo
ragionamento (speranza), io stesso ho consapevolezza dei suoi limiti, ma
guardando all’interesse collettivo non vedo altra strada (il tanto peggio tanto
meglio non mi convince), né il diritto di tribuna può soddisfarmi(ci), mentre
altri portano a compimento lo smantellamento dei connotati democratici e
riformisti della nostra società.
Detto questo, va bene, buon anno nuovo.
Incontro tardi questo sito grazie ai motori di ricerca che ti fanno trovare quello che non cerchi. Ma il nome è proprio bello, pieno di speranza e rivoluzionario. Ma che dire della paura? assoluta antitesi della speranza; chi avrà più paura (del diverso, degli immigrati, dell'orso e del lupo ....) vincerà le elezioni
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