Diario n. 324
29/11/2016
Cari amici, oso inviarvi, invece del solito pensierino sulla
politica (Renzi, Salvini, Grillo, ecc., la crisi e l’uscita dal tunnel) questo Elzeviro del fisico Carlo Rovelli,
pubblicato sul Corriere della sera. Spero che molti di voi possano apprezzarlo.
È il mio regalo per le prossime festività.
Un abbraccio e che il prossimo anno non ci porti un nuovo
referendum, e che chi governerà possa capire verso dove ci moviamo e non ci
racconti altre favole. Sperare è possibile anche se forse è inutile.
Un abbraccio Francesco
Carlo Rovelli
Diverse
persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia
risposta.
A me
non piacciono quelli che si comportano bene
per paura di finire all'inferno. Preferisco quelli che si comportano
bene perché amano comportarsi bene. Non mi piacciono quelli che sono buoni per
piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni. Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che
soffrono. Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia
pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo
perché sente amore e compassione perle persone.
A me
non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una
chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di
persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il
loro sorriso. Non mi piace emozionarmi davanti alla natura
perché Dio l'ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così
bella. Non mi piace consolarmi della
morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la
limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte. Non
mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio
e ascoltare le profondità infinite del silenzio. Non mi piace ringraziare Dio:
mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde,
il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si
alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l'ha creato Dio,
perché penso che non lo
sappia nessuno di noi da dove viene il
mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in
faccia il mistero, sentirne l'emozione
tremenda, piuttosto che cercare di
spegnerla con delle favole. A me non
piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità,
perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per
noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le
cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in
una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non
vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e
ciascuna sincera, esistono al mondo. Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti
devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà
suggerimenti sommessi, chi vive in un modo
che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno
pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante,
dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le
stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle. Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso,
quando soffre; preferisco chi accetta il
vento della vita, e sa che gli uccelli dell'aria hanno il loro nido, ma il figlio dell'uomo non ha dove posare il
suo capo.
E
siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che
non mi piacciano, non credo in Dio.
(da
Corriere della sera, 26/11/2016)
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