Diario 322
27/10/2016
La Chiesa cattolica non finisce mai di sbagliare, ogni volta si mette nella condizione di dover
far marcia indietro per adeguarsi alle trasformazioni della società che, in
qualche modo, deve assecondare. È stato così per l’omosessualità, il divorzio, i
libri all’indice, per non parlare di streghe e di Inquisizione. Certo il
ripensamento ha sempre qualcosa di equivoco ma i “fedeli” intendono.
La Chiesa ha accettato che dopo la morte i corpi
potessero essere cremati (molti non hanno atteso il suo permesso), bene. Fatta
la dichiarazione taci. No! Adesso i vincoli: le ceneri non possono essere
disperse, non si possono tenere in casa, non si possono distribuire ai parenti,
ecc. Tranne casi eccezionali, quali sono? perché? Ma!
Le ceneri dovranno essere sepolte in terra consacrata
(cimitero) in attesa della resurrezione
dei corpi.
Per un credente la resurrezione dei corpi è universale,
ovunque i corpi si trovino e in qualsiasi stato siano. Non avranno la
resurrezione i tanti caduti in guerra e dispersi? non quelli annegati? non quelli
sbranati da bestie feroci? non quelli torturati e buttati in fosse comuni? non quelli sepolti con riti diversi. Insomma
una dichiarazione senza senso, che depotenzia Dio stesso che pare possa resuscitare solo quelli sepolti in
terra consacrata.
Probabilmente l’intenzione era buona ma non tiene conto né
della storia né della realtà: si voleva forse combattere una sorta di “nuova idolatria”:
quella delle ceneri onorate in casa, conservate, divise tra i parenti, racchiuei
in gioielli, o esse stesse trasformate in pietre preziose.
Ma non si capisce quale sia lo scandalo. Il “culto dei
morti” è stato sempre accompagnato da
forme non proprio spirituali. Un tempo la ricorrenza dei morti era per i
bambini una festa, in quanto i morti
portavano regali. Mi ricordo perfettamente con mia madre andare per i negozi di
giocatoli a individuare i miei desideri,
con la speranza che mi fossero soddisfatti dal nonno tale, dalla zia talaltra, dalla
bisnonna, ecc.. Una personalizzazione del ricordo legato ad un dato di gioia,
infatti la mattina della ricorrenza dei morti era una festa: cercare per casa dove erano stati nascosti i
doni, scoprire se i morti avevano esaurito i miei desideri, e i regali erano
personalizzati dai specifici defunti. Quasi sempre i miei desideri erano
soddisfatti, perché mia madre mi guidava in modo che le mie scelte fossero
compatibili con la capacità di pagare dei morti.
Poi venne Babbo natale e i morti, i morti veri (si
direbbe in carne e ossa), sono scomparsi dall’immaginario dei bambini.
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