Antologia italiana
Diario 28
61 maggio 2015
Oggi si inaugura l’EXPO.
Possiamo dare come fisiologica, in un simile evento, una misura di retorica
eccessiva (e insopportabile). Quello che fa specie, tuttavia, e che a questo
evento si lega la “ripresa” dell’economia italiana (parole del Presidente del
consiglio Matteo Renzi). Non si capisce il nesso, mentre è probabile che l’Expo ci lascerà un debito: è
stato reso noto che il pareggio (pareggio) dei costi si avrebbe con 24 milioni
di visitatori, ma oggi le prenotazioni (scontate) sono a circa 10 milioni.
Certo il periodo di apertura è lungo, ma non sarei ottimista.
Renzi taglia il nastro dell’Expo, mentre l’Istat gli comunica che il tasso di disoccupazione sale al 13% e che tra i giovani è arrivato al 43%, mentre l’indagine Demos-Coop segnala
che 6 su 10 degli intervistati sono precari, che la ricetta del Jobs Act non
appare credibile alle persone intervistate; mentre per il
36% chi difende gli interessi dei lavoratori sono le famiglie, mentre allo Stato è riconosciuto questo ruolo (difensore
dei lavoratori) solo dal 4% (per una Repubblica fondata sul lavoro la cosa dovrebbe
scandalizzare). A tutto questo Renzi è indifferente? non credo, non credo che
sia cinico, magari una lacrima solcherà il suo volto, ma … non ci può fare nulla tranne che sperare.
Non è un cinico è un impotente.
Dove Renzi è potente, invece, è nella politica di potere:
a Milano arriva con l’approvazione di fatto della pessima legge elettorale, per far
questo a umiliato il Parlamento e ha
frantumato il PD. Ma è a questa
finestra che il vero Renzi si mostra “Abbiamo stravinto. Li abbiamo distrutti:
così andiamo tranquilli fino al 2018”. Neanche l’onore delle armi ai compagni
(?) o amici sconfitti, ma solo lo sberleffo dell’arrogante.
Ma mi pare che farebbe bene a riflettere, la Corte Costituzionale
ha reso nulla, della legge Fornero, la norma che aveva bloccato l’adeguamento al
costo della vita delle pensioni oltre i 1.400 euro, il che condanna il Governo a restituire circa 5 miliardi di euro ai
pensionati penalizzati. Certo è un effetto Monti, per così dire, il governo
Renzi non ha responsabilità, ma deve pagare. Il tesoretto, pur ammettendone l’esistenza
svanisce.
Con l’occasione dell’Expo non mancano gli appelli ad un nuovo modello di sviluppo, primo fra
tutti il Presidente della Repubblica. Anche la Carta di Milano, un lavoro interessante ma a grana grossa, direttamente
o indirettamente , ne fa riferimento. Ma
chi sa che cosa hanno in mente quando con sussiego, improntitudine (alcuni),
ingenuità, speranza e buoni sentimenti parlano di nuovo modello di sviluppo, non gli
viene in mente che il fondamento di un nuovo modello di sviluppo sia un nuovo modello economico sociale? Si è troppo,
lo so, ma allora si dà solo fiato alle trombette.
Un altro tema privilegiato, sempre a Milano, è quello dell’incontro e della solidarietà, ma probabilmente i collaboratori
che preparano la rassegna stampa per il presidente del consiglio, hanno
tralasciato per non imbarazzarlo, gli articoli che raccontano come la nostra
polizia, insieme a quella austriaca e tedesca, non permette a Bolzano ai passeggeri di colore di salire sui
treni diretti oltre frontiera. Il Ministro degli interni di questa iniziativa
sa qualcosa, o l solito gli uffici non l’hanno informato? Se sapesse sarebbe l’uomo
sbagliato per un incarico così delicato, se
non sapesse nulla sarebbe l’ennesima
dimostrazione di un uomo inutile in un posto delicato. Ma il presidente del
consiglio mentre pronunzierà parole alate sullequilibrio, sulla sostenibilità,
sullo sfamare il mondo, ed esalterà il contributo dell’Italia (quale?),
sicuramente non farà cenno a questa attività di puro razzismo di Stato (no ne ha trovato notizia nella rassegna stampa e
il suo ministro degli interni non gli ha detto nulla, o forse lo sa e chiude
gli occhi).
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