sabato 5 aprile 2014

Le riforme di cui non si parla

Diario 255
Le riforme di cui non si parla 
Coscienza indeterminata 


Le riforme di cui non si parla

Il governo Renzi sta predisponendo una serie di riforme; tutti gli argomenti investiti, bisogna dirlo, meritano profonde riforme; dei contenuti di queste riforme non vorrei occuparmi in questa occasione (tutti discutibili; spero che potranno essere modificati), ma vorrei sottolineare due temi sui quali un’azione riformatrice sarebbe necessaria, ma che non pare siano nell’agenda (elettronica) del governo: l’evasione fiscale e la corruzione.

L’evasione fiscale, come da più parti affermato, sottrae alle entrare dello Stato, ogni anno, più di 100 miliardi di euro; mentre la corruzione vale circa 60 miliardi annui. 

Sulla prima l’Agenzia delle entrate, la tanto vituperata Agenzia delle entrate, qualcosa fa, ma non abbastanza. Sarebbe necessaria una rieducazione delle guardi di finanza (tra di loro si annidano molti corrotti che permettono max e piccole evasioni); ancora un rafforzamento di mezzi e uomini nel settore, mentre pare che, al contrario, per ridurre le spese sono in programma dei tagli, ci vorrebbe una legislazione più incisiva (compresa quella relativa al falso in bilancio). La stessa cosa vale per la corruzione, qui non c’è neanche l’attenzione dell’Agenzia delle entrate.

È strano che i cartelli che hanno illustrato la conferenza del capo del governo, nessuno, che io ricordi, fosse dedicato a questi argomenti, né di queste questioni Matteo Renzi parla nelle sue numerose apparizioni televisive. Questa dimenticanza si accompagna a provvedimenti che possono colpire chi è iscritto nei ruoli del Ministero delle finanze, più facilmente individuabile e perseguibile; ma gli altri?

Questo atteggiamento è molto strano perché la soluzione, anche solo parziale (diciamo del 50%), risolverebbe il problema delle “risorse” che tanto angustia il governo. 

Non credo che dietro questa indifferenza ci sia un stupido calcolo politico: non irritare contro il governo gli evasori. Infatti un’azione veramente incisiva contro l’evasione farebbe crescere il consenso di chi le tasse le paga. 

Certo non è questione che si risolve istantaneamente, un’azione seria e determinata per giungere a significativi risultati avrebbe bisogno almeno alcuni anni, ma oggi esistono strumenti, informazioni, banche dati, capacità ispettive che potrebbero venirne a capo in non molto tempo . In realtà è qui che entra in gioco una delle maggiori, e pare più significative, peculiarità della stagione politica renziana: la velocità. Si tratta di questioni i cui frutti hanno bisogno di tempo per maturare, e a Renzi la semplice idea di “fare con calma” fa venire l’orticaria (politica). Egli vuole risultati subito, non importa come. 

Un vero peccato, perché con il suo vitalismo, la sua determinazione, e la sua volontà di “cambiare verso all’Italia”, il presidente del consiglio potrebbe dare una spallata a queste questioni almeno pari a quella che sta cercando di dare … alla pubblica amministrazione.



Coscienza indeterminata 

Che il condannato (pluri condannato) Silvio Berlusconi, eserciti tutte le pressioni di cui è capace per evitare il suo accantonamento politico, è comprensibile, in un certo senso anche giustificabile. A questo scopo, come è noto e si è visto in questi giorni, egli minaccia ricatti sulle riforme e cerca di coinvolgere, nella rivendicazione di uno status eccezionale, che gli permetta di fare quello che ha sempre fatto, le alte cariche dello stato, che inopportunamente gli hanno concesso spazio. 

Quello che fa senso, imbarazza, irrita e scoraggia sono le dichiarazioni dei suoi uomini e donne che non perdono occasione di ripetere come sia ingiusto e illegittimo, soprattutto illegittimo, che al presidente di Forza Italia sia negata l’agibilità politica. Che tradotta significa: sia concesso al condannato di farsi un baffo della sentenza. 

Non c’è onorevole e senatore, che perda occasione per rivendicare per il suo leader, appunto, l’agibilità politica, che invochino la persecuzione giudiziaria, che tirino per la giacca questa o quella autorità, questo o quell'organo istituzione. Capisco che tremino per la caduta elettorale del loro partito, ma per rivendicare l’agibilità politica a Berlusconi ci vuole una faccia di bronzo che non è riscontrabile neanche nell'esecrata Prima Repubblica.

La persona di cui parliamo, l’ex cavaliere Silvio Berlusconi, è stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per reati contro lo Stato, evasione fiscale; la stessa persona è stata dichiarata decaduta da senatore; sempre la stessa persona è stata condannata, in prima istanza, per corruzione di minorenne; la stessa persona insieme ai suoi avvocati è sotto inchiesta per aver indotto (pagato) le frequentatrice delle “cene eleganti” a dire falsa testimonianza; sempre la stessa persona e sotto processo per avere “comprato” sicuramente un senatore (ma forse più di uno) affinché cambiasse schieramento politico.

Come si può pensare che ad un simile personaggio dovesse essere garantita agibilità politica? Mi pare una ignominia che solo persone dalla coscienza indeterminata possono avanzare.

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