venerdì 6 febbraio 2015

Grecia, il pericolo del contagio. Renzi, la certezza dell’insipienza

Diario n. 280

Grecia, il pericolo del contagio. Renzi, la certezza dell’insipienza


L’atteggiamento dell’Europa (sic) e delle istituzioni finanziarie nei riguardi del nuovo corso in Grecia presenta due dimensioni, da una parte l’intransigenza è rivolta alla Grecia e alla sua “velleità” di voler mettere in discussione i patti e soprattutto i debiti, ma dall’altra parte si tratta di una “cura preventiva” nei riguardi della Spagna (Podemos) o di qualsiasi altro paese. Se con le minacce pre-elettorali non sono riusciti ad influenzare il voto del popolo greco, si pensa che costringendo il governo greco a rispettare i patti o a fallire, si tende a far capire al popolo spagnolo, prima di tutto, anche perché prossimo alle elezioni, che non si illuda, che è meglio non abbandonare i vecchi partiti, con la vecchia linea di austerità a parole contestata,  per l’avventura dei nuovi partiti e di nuove soluzioni.
Non è chiaro se la UE, la BCE e il FMI alla fine troveranno un accordo con il governo greco venendo a più miti consigli, ma non escludo che data la poca rilevanza economica e dimensionale della Grecia non portino la loro rigidità alle estreme conseguenze: o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra. Dico questo perché la paura di queste istituzioni non è tanto la febbre greca, quanto il contagio. È questo che temono, ed allora vogliono costruire una cintura preventiva fatta di paura e di sottomissione.
Se da una parte si può comprendere, ma non giustificare, la posizione della Germania, non si capisce la posizione di Francia e Italia  alla Germania accodate. Non capiscono che i greci parlano italiano, spagnolo, portoghese, irlandese e, perché no, francese? Non capiscono che quello che sta succedendo, quello che è successo e quello che succederà nell'economia, negli equilibri di potere, nella dimensione dell’oppressione, riguarda tutti?.
Il “potente” Renzi, è molto contento di qualche decimale di previsione positiva del PIL d’Italia  per il prossimo anno, di qualche decimale di avanzo, ma niente dice che dentro questo miracolo la disoccupazione è prevista aumenti. Ma veramente Renzi pensa di poter saldare il debito italiano e di poterlo ridurre al 60% del PIL nei prossimi anni, come richiesto dagli accordi europei? Ma soprattutto pare convinto,  questo è molto pericoloso,  ma non è il solo, di essere ormai a riparo dalla speculazione finanziaria.
A me è sembrato di capire che le “bolle”, i titoli velenosi, come quelli spazzatura e tutti gli strumenti finanziari che la crisi ci ha fatto conoscere, non sono un accidente dentro il mercato finanziario, ma la ragione d’essere di questo. L’enorme massa finanziaria non volendo e non potendo trovare collocazione nell'economia reale, non può stare “ferma”, né può essere soddisfatta di qualche giochetto di borsa, ha bisogno, necessità, di grossi giochi, di  occasioni speculative ed è per questo che si inventano adeguati strumenti finanziari, sempre nuovi, sempre privi di controllo ma dagli esiti nefasti.
Fino a quando non si mette mano in questo mondo, e non sarà Renzi (soprattutto per ignoranza), né quanti collocati in apposite caselle istituzionali, che lo potranno fare, non vedremo pace, la instabilità economica e non solo sarà permanente tutta sulle spalle del popolo.
Che ci sia bisogno di un “nuovo” sistema economico-sociale qualcuno ogni tanto lo pensa, altri, pochi, lo dicono, ma tutti stiamo fermi in attesa della prossima grandinata.  


    

1 commento:

  1. Caro Francesco, concordo con la tua lettura della situazione. L'Europa spinge per colpirne uno per educarne cento. Non sorprende che in questi giorni il leader di Podemos sia stato accusato di evasione fiscale ... e già crocefisso dall'attuale governo popolare.

    RispondiElimina