domenica 25 settembre 2011

Innovazione nelle politiche urbane, un'intervista

Che si cerchi di aggirare le vere cause della difficoltà di “governare le trasformazioni del territorio” (oggetto della pianificazione territoriale) attraverso l’invenzione di “nuovi strumenti” è la dimostrazione di due fenomeni insieme gravi e comici.

Il primo fa riferimento ad una sorta di fuga dalla realtà soprattutto di chi ha “responsabilità politiche” (responsabilità di decidere) con l’attribuzione a pretesi vincoli “insopportabili” o a norme e strumenti vecchi la responsabilità dei “disastri territoriali”, mentre, come è noto, essi dipendono da un deficit di “volontà” di decidere. Una mancanza alimentata da una defaiance dell’intelligenza politica che, da una parte, pretenderebbe che ogni scelta territoriale trovasse tutti d’accordo (gli operatori immobiliari, le aziende di servizi, i proprietari delle aree, i comitati di cittadini e … gli elettori) e dall’altra parte si fonda su una discutibile interpretazione circa l’irragionevolezza di applicare ad una “comunità” una scelta che non condivide. A me pare si possa convenire che una comunità ha diritto a condividere un piano che disegna il suo assetto futuro, ma tale condivisione va raggiunta non tanto a livello della mediazione di tutti gli interessi (impossibile, in pratica) ma trovando un equilibrio più avanzato di gestione delle trasformazioni.

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Trasformazioni urbane: comunità e metropoli tra accoglienza e identità

Si assume la città come elemento (luogo, organizzazione, tipologia di rapporti, stile di vita, ecc.) che è stato ed è essenziale per lo sviluppo e trasformazione della specie umana. Come ogni specie anche quella umana ha necessità di una propria e appropriata “nicchia ecologica”; la città è, appunto, quella di questa specie, dove la specie ha “progredito”.
Si intende sostenere che lo sviluppo e l’evoluzione dell’umanità sia stato, storicamente, legato strettamente alla "vita urbana": scienza, arte, tecnica, conoscenza, modalità di organizzazione, arricchimento delle relazioni, liberazione dal dominio della “natura”, elaborazione di forme di governo, ecc. sono tutte effetti e, nello stesso tempo, causa della condizione urbana.
La città non costituisce prodotto esogeno alla specie, ma piuttosto il risultato di una “invenzione” sociale; l’umanità, a differenza delle altre specie, si è creata la propria nicchia. La creazione, prima, e lo sviluppo, poi, della condizione urbana corrispondono insieme ad una necessità e ad un’opportunità creando un circolo virtuoso evolutivo.

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Diario 136 (18-24 luglio 2011)

  1. L'arresto dell'on. Papa: una riforma necessaria
  2. Tra le disgrazie del paese … la Chiesa
  3. La Lega prende in giro soprattutto i suoi elettori
  4. A primavera con la vecchia legge elettorale
  5. Corruzione
  6. Citazioni: nel bene e nel male


L'arresto dell'on. Papa: una riforma necessaria

Lo spettacolo che la Camera dei deputati ha offerto con il voto per l'arresto dell'on. Papa è stato vergognoso. Del merito della questioni non importava a nessuno. Berlusconi e il PDL avevano vestiti i panni del garantismo e della dignità dei parlamentari perché preoccupati che l'arresto dell'onorevole potesse far crollare la diga di difesa di tutti gli inquisiti, e nel Parlamento sono tanti. L'on. Cicchito invoca la vittoria dei giacobini, dimentico che a quell'epoca era in corso un cambio di “regime”, cosa che non mi pare all'ordine del giorno, e che, come disse Saint Just i membri della Convenzione, non erano chiamati a giudicare ma a condannare Luigi XVI. Niente a che fare con l'episodio dei giorni scorsi, dove i “giacobini”, giocavano un'altra partita: per l'opposizione il voto era contro il governo e Berlusconi, nella Lega era in gioco l'egemonia interna. Gli appelli al voto secondo coscienza aveva un altissimo tasso di ridicolo, reso evidente dal fatto che più di un gruppo politico ha escogitato metodi di voto che rendessero esplicito quello che doveva restare segreto.

Questo è lo spettacolo andato in scena; che l'on. Papa meritasse l'arresto o meno era solo un problema occasionale. Ma proprio la natura di questo episodio fa sorgere la necessità che sulla questione si realizzi presto e bene una riforma.

Il Parlamento ha il diritto di verificare che i suoi membri non siano perseguitati o accusati di reati in modo non giustificato. Una commissione di probi, in grado di decidere secondo coscienza senza rispondere ai partiti di provenienza né operare scambi interni (oggi a te domani a me) dovrebbe essere formata in rappresentanza di tutti i gruppi da personalità di altissimo profilo morale(difficile ma non impossibile). Tale commissione non dovrebbe avere il compito di deliberare circa la legittimità dell'arresto, del processo per diretissima, della forma dell'accusa, ecc., ma dovrebbe avere solo il compito di verificare se le accuse ad un suo membro fossero fondate, cioè giustificate da ragionevoli prove, non risultato di teoremi, improvvisazioni o spirito di persecuzione. Se il provvedimento fosse giudicato fondato, questo dovrebbe essere l'unico scopo dell'indagine della commissione parlamentare, l'on. o il senatore dovrebbe decadere immediatamente dall'incarico parlamentare, a difesa della dignità del parlamento e restituendo piena e completa libertà di difesa dell'inquisito.

È assurdo che un onorevole inquisito, che so di favoreggiamento della criminalità organizzata, partecipi ai lavori legislativi che quella stessa criminalità organizzata vuole colpire o, paradossalmente, favorire con riduzioni di pene, ecc.

E' altrettanto assurdo che un onorevole imputato di reati finanziari o fiscali, di corruzione e o di concussione, partecipi ai lavori del Parlamento che sulle stesse questioni volesse legiferare.

La richiesta dell'on Papa, rinchiuso in prigione, di continuare a partecipare ai lavori del Parlamento rende esplicito l'assurdità della situazione e rende chiaro come nella testa dei parlamentari non alligni né il concetto di opportunità né quello del conflitto di interessi.
Si tratterebbe di una riforma ragionevole e responsabile, che non alimenterebbe i conflitti tra il potere legislativo e quello giudiziario, eviterebbe di entrare nel merito delle decisioni della magistratura limitandosi a verificare la ragionevole consistenza delle prove attraverso le quali un parlamentare viene accusato.
Restano gli effetti di un rigetto da parte della Commissione parlamentare della ragionevole consistenza delle prove di accusa. In questo caso credo che l'intervento del CSM e del Ministro della Giustizia, in termini di verifica, sarebbero legittimi e richiesti.

Tra le disgrazie del paese … la Chiesa

Il nostro paese, sebbene celebrato come un paese meraviglioso per il clima, le persone, il patrimonio artistico e storico, le canzoni, ecc. ha anche molte disgrazie, tra queste, e non la minore, è la Chiesa Cattolica. In questo periodo le autorità di questa potenza straniera si sta impegnando per cercare di ricostruire un partito politico di ispirazione cattolica. Almeno questa è l'intenzione che si lascia trapelare. Che la Chiesa pretenda disporre di un partito sua diretta espressione, è il tentativo di introdurre un'ulteriore patologia nel sistema politico del paese.

Che il capo della diplomazia vaticana incontri uomini politici “cattolici” appartenenti a tutti gli schieramenti deve essere interpretato come un'intromissione di una potenza straniera negli affari del nostro paese.
L'on. Rosa Bindi, cattolica e laica, può guadagnare diversi punti nella stima nostra per non partecipare a queste riunioni.

Non credo tuttavia che le autorità vaticane siano così estranei alla realtà del nostro paese per sperare veramente che sia possibile la ricomposizione dei cattolici in un unico rinnovato partito confessionale, tipo la DC, e che questo possa essere un partito di successo. In realtà l'obiettivo, dietro l'obiettivo dichiarato, è ancora peggiore: quello di una sorta di coordinamento dei cattolici ovunque politicamente collocati. Un obiettivo più facile e in un certo senso ancora più pericoloso, come si è già visto nel caso del testamento biologico. La pretesa aideologica delle attuale formazioni politiche facilita questo obiettivo.
Il rapporto della sinistra con i cattolici (fingendo una estraneità della Chiesa) è stata una costante della politica della prima repubblica. Essa, che ha dato frutti non disprezzabili nella formazione della nostra Costituzione, era basata soprattutto su un incontro sul piano sociale (non privo di contraddizioni), ma oggi che sono in gioco le libertà individuali la ricerca di questo rapporto sembra non privo di pericoli e di storture. Va riaffermato con forza la laicità dello Stato e come le religioni, non solo quella cattolica, hanno diritto di influenzare i comportamenti specifici dei credenti, ma non possono “governare” le decisioni di uno stato laico.

La Lega prende in giro soprattutto i suoi elettori


La politica è fatto anche di fascinazioni, di immagine che sollecitano l'adesione entusiasta, di speranze. La Lega con l'invenzione del popolo padano, la costruzione di una nazione padana, liberarsi di Roma, ecc., ha elaborato questo racconto di successo. Poi ha arricchito questa narrazione con simboli da Giussano al Carroccio fino all'elmo bicornuto e l'ampolla dell'acqua del Po prelevata alle sorgenti e versata a mare. Un simbolismo un po' povero, per gente “semplice”, che si beveva le sciocchezze sulla razza padana e le rielaborava in termini razzisti. In un crescendo di semplificazioni e di volgarità intellettuali di cui si rideva invece di piangere.
Il recente insuccesso elettorale ha spinto il suo gruppo dirigente a estremizzare gli annunzi e a falsificare la realtà. Il manifesto dell'ultima Pontida, con precise scadenze, non ha avuto nessuna risposta di merito, ma hanno cantato vittoria ipotizzando un proprio elettorato incapace di intendere e di leggere la realtà.
Ma adesso siamo giunti alla farsa, l'inaugurazione dei ministeri a Monza (c'era stato anche il governo padano a Venezia) è una vera e propria presa in giro. Quattro ministeri in tre stanze, con tre ministri che si dividono una stanza, senza telefoni e il minimo di attrezzatura, ecc. Ma tutto questo non importa quello che è importante è l'evento a cui tutti dovrebbero credere; soprattutto dovrebbero crederci, nelle intenzioni di Bossi e Calderoli i loro elettori e pensarla come una vittoria. La cosa può fare ridire, siamo ad una versione del tipo l'ampolla dell'acqua del Po, ma in realtà dovremmo preoccuparci proprio per l'aspetto simbolico. Non credibile quanto si vuole, da operetta, ridicolo ma che nella coscienza di almeno una parte del “popolo padano” alimenta sentimenti pericolosi.
Maroni non si è prestato a questo evento. Interessante; ormai dentro la Lega si scontrano due tendenze una di politica manovrata (Maroni) l'altra di politica simbolica (Bossi). Incerto l'esito, ma non è indifferente per il paese.

A primavera con la vecchia legge elettorale


Non è escluso, anzi è molto probabile, che a primavera si andrà a votare. Dire che il centro sinistra è in ritardo sembra una verità scontata. Dire che il centro sinistra vincerà le elezioni è una possibilità, non sicura ma non impossibile.
È in questa situazione che ogni iniziativa sulla riforma della legge elettorale è ferma. Che il centro destra sia disponibile a cambiarla non si può dire, Berlusconi nel suo farneticare pensa di potercela ancora fare, ma forse la Lega non sarebbe indifferente ad un cambiamento che le garantisse maggiore indipendenza.
Ma ecco che un sospetto appare credibile: perché il centro sinistra dovrebbe volere la riforma elettorale quando del porcellum potrebbe godere questa volta gli effetti? È un cattivo pensiero, ma questo è giustificato dall'inettitudine sull'argomento.
Si tratta di un calcolo sbagliato su diversi piani, prima di tutto su quello democratico, secondo sull'aspettativa del popolo di sinistra, terzo sulla troppa fiducia alle intenzioni di voto. Ma come si dice: Dio fa impazzire chi vuole perdere.

Corruzione


Si, si leggeva, molti lo scrivevano, all'inaugurazione dell'anno giudiziario si ripeteva: la corruzione cresce e non trova freni. Detto tutto ciò si resta meravigliati di come permea la società italiana e il mondo della politica. Ogni differenza quantitativa è ridicola, ogni sottolineatura delle differenze di comportamento sembrano delle giustificazioni, ogni appello a partiti degli onesti sembra una provocazione.
Provvedere, provvedere per tempo, il tempo non è molto e molto potrebbe essere travolto non tanto dai giudici, che scoprono solo una parte del marcio, ma dalla travolgente avanzata dell'antipolitica.
Assumere la rimoralizzazione della società italiana non è oggi una bandiera qualunquista ma un obiettivo a cui molti uomini e donne, tartassati da Tremonti, aspirerebbero. Dare sbocco politico democratico a questa ondata di indignazione significa difendere la democrazia nel nostro paese. La sinistra sarà capace? Questo è un quesito anche elettorale.

Citazioni: nel bene e nel male

Rossana Rossanda
“Infine, il capitale ha avuto più intelligenza delle sinistre nel puntare sul trasferimento del lavoro in tecnologia. Poteva essere un enorme risparmio di fatica e un enorme aumento della produttività della manodopera, ma è solo servito a ridurla. Può sorprendere che in tutta Europa i disoccupati superino oggi i cento milioni? Che il 21 per cento dei giovani non trovi lavoro? I governi pensano poi a demolire, per facilitare le imprese, le difese restanti del salario e della normativa nel lavoro dipendente. L’invenzione del precariato è stata geniale. Certo resta ancora da fare per raggiungere l’inesistenza di diritti e contratti collettivi dell’Egitto e della Cina, ma si direbbe che l’obiettivo sia quello.
Come si faccia a tener alte le entrate e modificare la crescita e in direzione compatibile con un impoverimento diretto e indiretto, attraverso i tagli nel welfare della grande maggioranza delle nostre società è per me un mistero. Come si possa stupirsi che gli operai, occupati o disoccupati, dalle politiche dei partiti di sinistra e dei sindacati, non amino questa Europa ? E crescano dovunque in voti le destre?”(da sbilanciamoci.info)
L'articolo di R. Rossanda, da cui è tratta la citazione costituisce l'apertura di dibattito sulla situazione dell'Europa, che si svolgerà sul sito di sbilanciamoci.

Guido Rossi
“I compromessi raggiunti a Bruxelles hanno ancora una volta messo in risalto l'insufficienza politica dell'Europa, travagliata all'interno sdal conflitto tra i due più importanti paesi (Germania e Francia) e dalla continua alternanza nella loro politica fra un perseguimento di interessi nazionali divergenti rispetto a quelli europei” (Il Sole 24 Ore, 24 luglio 2011)
Stefano Rodotà
“Ma quello che sta avvenendo, soprattutto dopo la manovra finanziaria, è una vera e propri costruzione istituzionale delle diseguaglianze che investe un'area sempre più vasta di persone, ben al di là dei vecchi e nuovi poveri” (La Repubblica, 24 luglio 2011)
E diciamolo finalmente che Tremonti, dietro i discorsi etici, è uno che pensa al sodo dei suoi clienti, e ha costruito con tutte le sue manovre un paese sempre più diseguale.