giovedì 12 maggio 2022

Ecco l'accusa

 

Diario

12 maggio 2022

 

Come previsto nel precedente diario, è arrivata l’accusa di filo sovietismo, sotto la specie di una richiesta di spiegazione di che cosa rappresenta la guerra per la Russia. Ecco la mia opinione se serve.

La Russia coglie a balzo, ma con ritardo, l’opportunità della “sua sicurezza” (offerta dall’occidente), per mettere in atto una politica di espansione territoriale occupando, per adesso, parte dell’Ucraina. Si vuole garantire porti sicuri sul mar Nero, cerca di sviluppare la sua potenza imperiale. Fa questo senza scrupoli e con una dose non accettabile di crudeltà guerriera.  

Spero che il mio pensiero sia chiaro.

mercoledì 11 maggio 2022

Gioco pericoloso: non si gioca con il fuoco

 

Diario

11 maggio 2022

 

Non è chiaro se oggi, in questo rigurgito razzista, qualsiasi cosa io scriva, che non sia assolutamente combaciante con quello che pensa il governo e il presidente degli USA, non mi buscherò l’accusa di filo sovietico. Va bene voglio correre il rischio.

Per quello che vale penso che ci sia un aggressore, la Russia, e un aggredito, l’Ucraina. Ma va anche detto che ci vuole molta attenzione a garantire la sicurezza ai paesi confinanti. Non credo che questo sia avvenuto da parte dell’Ucraina e dei paesi occidentali, Nato compresa. Ciò giustifica la Russia? non di certo, ma serve per capire e a spiegare quella che è successo.

Intanto mi pare che nessuno vuole la pace e la fine di questa carneficina, non la vogliono i belligeranti diretti, e non la vogliano tutti i responsabili politici occidentali. Solo il papa sembra volerla. Non solo ma se l’Ucraina fa qualche apertura, come è avvenuto la settimana scorso, gli USA e la Nato hanno bloccato questa apertura, non si capisce a che titolo, con quale diritto, e perché. Almeno se non si vuole ammettere che il senso di questa guerra non sia un attacco alla Russia.

Qualcuno dei leader occidentali sembra  tentennare,  ma attenzione, non tanto per rigetto della guerra e dei crimini conseguenti, quanto piuttosto per le conseguenze sui paesi europei. Non si tratta solo di energia, ma anche si teme per la materia prima della masticazione.

Avendo il governo ucraino adottato il blocco ad ogni espatrio di cittadini maschi in età di  imbracciare un fucile, e avendo gli occidentali ceduto armi di tutti i tipi e di ogni genere agli Ucraini, oggi abbiamo un potentissimo esercito (numeroso di uomini ed equipaggiati di armi al meglio) quale non esiste altro in Europa. Un esercito, quello ucraino,  attrezzato non solo per la difesa e per respingere l’occupante, ma anche in grado di essere aggressivo sul piano territoriale. Non si tratta di cercare la vittoria, quello che vogliono gli alleati “pelosi” dagli ucraini e una guerra di lunga durata e di logoramento della Russia.

Non è necessario essere particolarmente perspicaci per capire che il gioco che gli USA stanno conducendo sulla pelle della popolazione dell’Ucraina, oggi, e domani sulla pelle degli europei, è un gioco pericoloso: chi gioca con il fuoco e facile che si scotti.

Se da una parte si può escludere  una guerra nucleare, questa gli USA la escludono, e sanno che per quanto possano intercettare razzi nucleari alcuni passeranno e basteranno a realizzare un paesaggio post-nucleare e invivibile (in tutte le parti del mondo). Ma a riparo della guerra nucleare gli Usa si sentono sicuri, e gli europei? Non ci vuole la bolla di cristallo per immaginare come:

-          Carenza di energia;

-          Carenza di materia prime;

-           Carestia;

-          Inflazione;

-          Disoccupazione;

-          E magari qualche pandemia

siano ingredienti sufficienti per creare instabilità politica, violenza individuale e violenza di massa frastagliata, manomissioni delle istituzioni democratiche e rappresentative (per quello che valgono) e ogni forma di antagonismo senza obiettivi chiari. Insomma un caos non creativo di buone soluzioni, quanto piuttosto generatore di scorciatoie autoritarie.

Insomma la tragedia Ucraina dovrebbe spingere l’Europa a far per se, ad allentare questo cordone ombelicale che la lega agli USA (che fa i suoi interessi), e porsi con autonomia e autorevolezza sull’orizzonte internazionale. A lei spetta il compito di far nascere la pace nel suo spazio vitale, a lei spetta il campito di assumere il ruolo di “altra” potenza, portatrice di civiltà e di pace.

Potrebbe farlo, ma la maggior parte dei suoi leader tentennano.