martedì 12 gennaio 2021

Il cavaliere dell'apocalisse smonta da cavallo

 

 

Diario 12 gennaio 2020

 

Un tempo le forze politiche avevano delle classi o dei ceti sociali  di riferimento, questo non voleva dire che non si occupavano anche degli altri, ma  che prioritariamente si guardava agli interessi di un certo gruppo sociale. Così, per esempio, i partiti di sinistra (PCI e PSI) guardavano prioritariamente agli interessi e ai bisogni dei lavoratori, in particolare degli operai, dei braccianti ecc. Ma poi con la teoria che “la classe operaia non esisteva più” (cosa statisticamente contestabile) ora tutti si riferiscono agli interessi del paese cioè a un’identità indefinita, questo non sta a significare che veramente tutti fanno gli interessi del paese, ma ciascuno nasconde sotto questa dizione proprie e specifici interesse di parte;  che vuol dire, anche se la formula mi è odiosa, del proprio ceto politico e di relativi aggregati. Sarà per questo che non esistono più i grandi partiti di massa, ma tutti si costituiscono più o meno ufficialmente, come comitati elettorali, e come tali accarezzano la pancia, o anche le diverse pance, degli elettori.  

Gli elettori accarezzati (tipica carezza è quella della diminuzione delle tasse) non migliorano ma esprimono i loro più bassi interessi e spingono avanti la loro pancia da offrire alle carezze. Peggiorano, nonostante le belle e quasi comuniste parole del Papa, e incitano i partiti, a loro volta a peggiorarsi. In una dinamica circolatoria e distruttiva.

Alcuni partiri o gruppi politici, in ragione della loro memoria, anche se labile, cercano di opporsi a questo andazzo, ma con timidezza, senza vigore e forse non credendoci, altri invece lo cavalcano allegramente e non vedono, inebriati come sono, del burrone che sta loro avanti.

Matteo Renzi appartiene a questa seconda categoria, assume le vesti del cavaliere dell’Apocalisse e chiama i fedeli alla resistenza e a combattere altrimenti saranno schiacciati.  Anche l’ex presidente degli USA assume questa veste, e produce l’assalto al Parlamento, per fortuna nostra il seguito di Renzi non è paragonabile a quello di Trump.

Voglio essere chiaro, una forza politica, anche se piccola o piccolissima come quella di Renzi,  se in disaccordo può togliere il suo appoggio al governo, ma devono essere chiare le motivazioni, le ragioni, i punti di differenza, inoltre, in una situazione complicata come quella che sta attraversando il paese, deve essere chiaro lo sbocco della crisi che si prevede. Ma Renzi appare capriccioso, non sono chiari i motivi di dissenso effettivi, appare agli occhi di tutti come uno che è alla ricerca di appigli sui quali agganciare il suo dissenso, figuriamoci ha tirato fuori anche il ponte di Messina. La cosa ridicola, se non fosse tragica dato il momento, è la convinzione generalizzata che alla fine il nostro cavaliere smonterà dal cavallo e si adatterà. Uno, fa fatica a pensare ad un esito di questi tipo dopo un mese di discussione, di minacce e di pseudo proposte, ma il nostro sbruffone è capace di questo e di altro, tutto ovviamente nell’interesse del paese e degli italiani.

 

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