mercoledì 21 agosto 2019

Matteo Salvini, un eroe del nostro tempo


Diario

Matteo Salvini un eroe del nostro tempo.

Si sapeva che Salvini sarebbe finito male, il suo rumoreggiare non gli assicurava un successo permanente. Quello che non si poteva immaginare era che la sua caduta fosse il “ lucido” disegno di un suicidio politico.
Salvini poteva volere le elezioni, per la sua gloria e per ridimensionare i 5*, ma non poteva non fare i conti con le forze e gli interessi in campo. Ha pensato veramente che in parlamento forse disponibile una maggioranza per le elezioni? Se pensava questo si tratta di un pensiero senza fondamento. Egli sicuro del centro destra ha pensato che fosse della partita anche il PD, nessun dubbio in proposito?
La sua replica alla requisitoria del presidente del consiglio Conte, è stata modesta, ma come se non bastasse carica di richiami a “continuiamo a lavorare insieme”, che dopo quanto aveva detto Conte sembrava una proiezione dei suoi desideri senza fondamento, fino alla farsa finale del ritiro della mozione di sfiducia al governo. Un gesto quanto mai inutile, ma pieno di furbizia, come è tipico dell’uomo: una mossa da usare nelle piazze per allontanare la responsabilità della crisi.
Si potrebbe dire Salvini è un furbo politico ma senza statura. Ma siamo sicuri che di questo si tratta? Non so se sia furbo, ma mi pare impersona come meglio non si potrebbe un eroe del nostro tempo. Un tempo povero di ideali, in cui tutti sono impegnati ad ammirare il proprio ombelico, di egoismi sbandierati come principi, insensibile nei riguardi della sofferenza dei propri simili, dove ciascuno interpreta il bene comune come il bene proprio. Un tempo che sorvola sulla persona perché affascinato dall’ immagine, non è il reale che si insegue ma il palcoscenico dell’apparenza. Un tempo nel quale cinismo ed egoismo possono anche declinarsi in finte rappresentazioni di solidarietà.
Non è il potere che turba la mente è la saggezza di un leader ma è lo stato della società che pretende leader così attrezzati per interpretarla. Questo ci richiama ad una azione politica di rifondazione di una società più coesa, più razionale, più attenta, più colta, più consapevole, più mossa da ideali di giustizia sociale, di equità e di comprensione.
La società non è sana ma nel suo corpo vivono germi sani, germi che vogliono il cambiamento profondo e radicale. Riattivare questi germi non sarà facile, ma provare si deve, speriamo di averne la forza e l’intelligenza.


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