lunedì 16 giugno 2014

Polemiche

Diario 263




Viva il miracolo

Sull’ultimo Domenicale del Sole 24 ore, Carlo Maria Croce da una parte ed Elena Cattaneo, Gilberto Corbellini e Michele De Luca, dall’altra, hanno affrontato quello che può definirsi la sconvolgente e vergognosa, ingannevole e speculativa, mistificante e approfittatrice del dolore, storia di “stamina”. Un medico sotto accusa dalla procura di Torino, viene autorizzato a procedere ad una nuova infusioni (con spettacolo televisivo) da un magistrato di Pesaro.

Il Ministero e il Governo sono carenti, la magistratura opera nel disprezzo della scienza, la cultura scientifica nel nostro paese è bassissima e quasi nulla, la scuola dà in questa direzione un notevole contributo, ecc. Tutto vero e ragionevole, ma bisogna anche fare riferimento ad un costrutto antropologico della nostra società che più di altri, ma non la sola, crede ai “miracoli”, è proprio questa credenza che costituisce la base su cui si assidono truffatori e malfattori, approfittando del dolore di malati o dell’angoscia di genitori di bambini malati, ma soprattutto della credulità che il miracolo può sempre avvenire.


La statistica maltrattata a fini politici

Angelo Panebianco, non sopporta la vittoria di Renzi, pare un po’ livido. Renzi può non piacere, ci mancherebbe, la sua politica può apparire discutibile, lo credo, il suo vitalismo può irritare, ma piegare con tono scientifico la statistica ai propri umori, non pare corretto. Panebianco (sul settimanale Sette, del Corriere della Sera) contesta il “valore” della vittoria di Renzi con l’argomento, vero, che ha votato solo “il 58,7% degli aventi diritto” ed ecco la stoccata: “se si fosse votato in elezioni politiche (ove l’affluenza in genere supera l’80%) la percentuale di suffragi raccolti da Renzi sarebbe stata molto più bassa”.

Il nostro professore suppone che i non votanti si distribuiscono, nelle preferenze di voto, in modo diverso dai votanti, possibile, ma non esistono evidenze di questo fatto, mentre non è escluso che i due “universi” (votanti e non votanti) si somigliano molto.

Potrà accadere che Renzi prenda meno o più del 40%, ma questo dipende da motivi diversi da quelli prospettati da Panebianco.


La finestra, imbarazzante

Il 2 giugno il Presidente del consiglio ha approfittato della festa per un personale bagno di folla: ha camminato a piedi, ha distribuito strette di mano e sorrisi (non mi pare che abbia ancora baciato bambini). Tutto discutibile ma sta dentro la dimensione politica attuale, accreditata anche se non condivisa.

Ma Renzi mi ha sbalordito, quando si è affacciato dalla finestra di Palazzo Chigi a salutare la folla. Si tratta forse di ipersensibilità, così mi dice qualche amico, a me quella faccia e la mano che si agitava ha determinato uno stralunamento, una sensazione di ripulsa come segnale di un populismo autoritario.

Spero e mi auguro di sbagliare, che Renzi possa essere ben consigliato sui contenuti della democrazia, anche se l’episodio della riforma del Senato mi conferma su una possibile deriva.

Intanto solidarizziamo con Mineo e i 14 senatori autosospesesi; ma forse non basta.



Qualche “mela marcia”?

Gli scandali Expo, Mose, Finanza a Napoli, ecc. mettono in evidenza come non sono solo i politici ad essere coinvolti, ma anche nodi delicati della Pubblica Amministrazione. Certo la teoria della “mela marcia” va sempre bene, ma forse c’è qualcosa di più. I complicati meccanismi pubblici non solo non garantiscono controllo ed efficienza, e già sarebbe un male, ma sembrano adatti a promuovere la corruzione. Non si tratta solo di bonificare, ma di trasformare.    

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