domenica 22 giugno 2014

Immunità: di immunità si può morire

Diario 265

Immunità: di immunità si può morire



Fa scandalo l’introduzione dell’immunità per i futuri senatori. Essi saranno non solo non eletti direttamente ma anche immuni. Quindi un sindaco o un presidente di regione o un consigliere regionale, sarebbero “immuni” anche per i reati commessi non come senatori.

Non ho mai stimato il senatore Casson (la sua insensibilità istituzionale mostrata nel candidarsi a sindaco di Venezia mentre era pubblico ministero nella stessa città, me lo ha reso sempre alieno), ma oggi non posso che essere d’accordo con lui: l’immunità va eliminato sia per i senatori ma anche per i parlamentari. Dello stesso avviso Calderoli, persona per la quale ho molto antipatia e poca stima (suo il porcellum), ma oggi è un altro giorno. Per altro questa immunità è figlia di nessuno, il governo, a detta dei suoi membri, non la volevano, altri l’hanno chiesto (sul chi? mistero), ma il governo non si è opposto anche perché, come dichiarato dal ministro Elena Boschi, si tratta di questione non centrale. Caspita se è centrale, ministro, lo è molto di più che non le modalità di elezione dei senatori.

“Svoltare”, secondo la formulazione di Matteo Renzi, non significa soltanto modificare alcune regole, ma soprattutto ripristinare l’uguaglianza tra i cittadini; questi infatti hanno la consapevolezza, non a torto, che il ceto politico goda di privilegi. L’immunità dei deputati e senatori è uno di questi privilegi e non il minore (come la cronaca ci ha insegnato).

Eliminare questo privilegio, ministro Boschi, è principio di eguaglianza dei cittadini davanti al legge. Lei la ritiene una questione non centrale? La sua affermazione ci fa capire che la sua “bravura” e “capacità”, che molti le riconoscono, è priva di sensibilità democratica. Se ne aveva il sospetto, la questione dell’immunità è una conferma.

Ma cosa può succedere se al Senato nella votazione della riforma del Senato se l’immunità per i senatori non passasse? Pare che si delinei una forte, numericamente forte, opposizione. Non solo il M5*, non solo (spero) i senatori di SEL ovunque collocati, ma anche i pochi di scelta civica, una parte del PD (quanto consistente non è chiaro, e questa è questione diversa rispetto alla modalità di elezione dei senatori), i senatori a vita, ecc.

Ministro Boschi nonostante la sua abilità, il suo ottimismo e la sua sicurezza mi pare che sta conducendo la barca della riforma a sbattere contro uno scoglio. Che falla sarà? Non è prevedibile, ma è certo che anche con un po’ d’acqua in stiva l’equilibrio della barca rischia.

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