mercoledì 27 febbraio 2013

Diario 210



Diario 210
11 – 17 Febbraio 2013


·         Solidarietà a Sandro Ruotolo
·         Le sfide del centro sinistra
·         La versione di Monti (non divertente di quella di Barney)
·         Il Papa si è dimesso
·         Citazioni: nel bene e nel male (Luisa Calimani, Matteo Renzi, Ilvio Diamanti, Benedetto XVI, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Giovanni De Luna, Guido Rossi)


Solidarietà a Sandro Ruotolo
Non è solo il tanfo del fascismo quello che si sente, ma anche le azioni fasciste. Vorrei esprime la mia totale solidarietà a Sandro, per l’aggressione subita dal gruppo di Casa Pound. E non derubrichiamo il tutto  ad una goliardata.

Le sfide del centro sinistra
Il centro-sinistra ha di fronte a se due importantissime sfide, che anche senza voler essere catastrofici, vincerle o perderle avranno un effetto sul paese di grande portata.
La prima, di queste sfide, è banale: vincere pienamente e consistentemente le elezioni. Si tratta di una soluzione che coinvolge la “comunicazione” (come si dice oggi) dell’alleanza verso gli elettori. Ma anche gli elettori ci devono mettere del loro. La maggior parte sarà confusa, tra “offerte” (si dice anche così oggi) non completamente dissimili (Sel e Rivoluzione civile; Monti e Fermare il declino; Grillo e Berlusconi; per non dire dello scompiglio che contribuisce (ad arte?) a creare Monti quando dice che per l’alleanza dopo le elezioni tra un centro destra senza Berlusconi e il Centro sinistra, niente è deciso. Ma ancora voto utile, desistenza, voto differenziato, ecc, Niente di tutto questo contribuisce a fare chiarezza e mette in confusione l’elettore. Ma mettiamo che le Stelle (non) stanno a guardare e che il centro sinistra riesca a vincere (bene e completamente).
La seconda sfida riguarda la tenuta nel tempo del governo. Molti commentatori, comunque, hanno espresso il loro verdetto: tra sei mesi, massimo un anno, si ritorna a votare. Possibilità certo probabile qualora il centro sinistra non abbia ottenuta una vittoria piena e completa. L’eventualità del ritorno alle urne da molti è vista come una “rinascita”, una sorta di atto purificatore; io penso che avrà esito nefasto in termine di distacco della gente dalla politica, di confusione, di populismo, ecc.
In ogni caso il centro sinistra di Bersani, in ogni caso, non deve fallire la sfida di un governo di legislatura. Ma per ottenere questo, mi pare, siano indispensabile due cose: grande, grandissima, compattezza della maggioranza; grande, grandissima attenzione alla realtà del paese e alle proposte (coerenti) delle altre forze politiche. È il governo che vede imbrigliare, uso a proposito questo termine orrendo, le forze politiche ad un’azione non distruttiva, e può farlo sia con le proprie proposte legate alla situazione del paese, sia con l’attenzione e l’ascolto per quanto proposto dalle altre forze politiche e dai movimenti sociali.        

La versione di Monti (non divertente di quella di Barney)
Pare che Monti ad una trasmissione radio o televisiva (ormai non si fa mancare niente) abbia fatto intendere che Bersani gli avesse offerto il Quirinale o palazzo Chigi, purché non si presentasse alle elezioni. Non mi è dato sapere se il racconto è veritiero nella forma comunicata. Credo che sia ragionevole pensare che Bersani, che stima (ma spero stimava) il professore in un incontro tra “amici” e “persone per bene” abbia potuto far capire che l’appoggio del PD (credo più per il Quirinale che non per palazzo Chigi) avrebbe potuto non mancare. O qualcosa di simile. Non un inciucio ma un obiettivo politico fatto, comunque, in modo riservato. Oggi il galantuomo Mario Monti l mette in piazza, questo suo ricordo. Perché? Ma ovvio, allo scopo di  nuocere a Bersani e al centro sinistra, che sono i suoi veri avversari che combatte con la sua listerella. Alla fine la vera  tempra dell’uomo viene fuori. Bisogna evitare di cadere nella provocazione e avere fiducia nella proprio capacità di portare iuto agli italiani (non alla mitica Italia)    


Il Papa si è dimesso
Da noi si diceva: morto un Papa se ne fa un altro. Frase che dichiarava il convincimento che nella Chiesa di Roma niente poteva cambiare. Molto vero, ma un po’ no. Il Papa si è dimesso per esplicita incapacità (non importa se fisica, intellettuale, di volontà, ecc.) di affrontare il rinnovamento della Chiesa, e il suo peso tra i valori della società. Un atto di secolarizzazione di portata epocale, quasi definitivo.
Il toto successore è aperto. Per quanto non direttamente interessato, preferirei una Chiesa legata al mondo che cambia, ma mi pare che il più accreditato possibile successore italiano costituisce una indicazione di finto rinnovamento. I membri della Curia paiono esclusi, e questo è un bene (il Papa dismessosi era membro, autorevole, della curia, e sta in questa collocazione la sua incapacità). Sarebbe bello un papa giovane, aperto al mondo e non legato ad interessi curiali o di altro tipo. Vedremo.    

Citazioni: nel bene e nel male

Luisa Calimani, Il Mattino di Padova, 10 febbraio 2013
“Sarebbe stata un’utile cura rigenerante con effetti durevoli (non una tantum come la vendita del patrimonio pubblico) se i tagli fatti dal Governo Monti avessero aggredito spese superflue o legate a clientelismi e pratiche non trasparenti. Ma i tagli, tutt’altro che mirati, hanno colpito soprattutto lo stato sociale, le classi disagiate, l’economia reale, il ceto produttivo, quasi a voler imprimere una “svolta” (qualcuno potrebbe chiamarla riforma) volta a deprimere la funzione dello Stato come soggetto equilibratore delle differenze sociali e garante dei servizi essenziali; condizioni che fanno la differenza fra i paesi sviluppati, con anni di democrazia e civiltà alle spalle e quelli che non hanno raggiunto questi obiettivi”.

Matteo Renzi, Corriere della Sera, 11 febbraio 2013
“Il voto per il presente deve essere un voto per i nostri figli. Sono convinto della vittoria di Bersani nonostante tutti gli schieramenti sembrino avere l’obiettivo di non fare vincere il PD piuttosto che puntare su una loro affermazione”.

Ilvio Diamanti, La Repubblica, 11 febbraio 2019
“Tuttavia questa politica “senza rete”, e lontana dalla società, questi politici – che imitano la gente comune e parlano alla nostra pancia invece che alla nostra testa e al nostro cuore – sono fuori tempo. Potrebbe essere l’ultima replica dell’irreality show, a cui assistiamo da vent’anni. Peccato che in troppi accettino ancora di parteciparvi. Da comparse” (Il tono ottimistico di Diamanti non mi convince, il processo di “rieducazione” credo che possa essere altrettanto lungo).

Benedetto XVI, La Repubblica, 12 febbraio 2019
“Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunziare il Vangelo, è necessario anche il vigore del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità  di amministrare bene il ministero a me affidato” (Il “grande pescatore” non sa che pesci prendere per affrontare la crisi della vita della fede. Non si sente adatto, non si sente in forza e forse non si sente adeguato. Il tema della fede nel mondo è quello che lo assilla e che ne ha determinato le dimissioni).

Silvio Berlusconi, La Repubblica, 12 febbraio 2019
“Noi non possiamo più competere all’estero, siamo stati autolesionisti. Nessuno tratterà più né con Eni, né con Enel né con Finmeccanica. La tangente è un fenomeno che esiste ed è inutile ignorare la realtà. Pagare una tangente all'’stero è un fenomeno di necessità” 

Mario Monti, La Repubblica, 16 febbraio 2013
“Le chance di un’alleanza con il centro destra, senza Berlusconi, e con il centro sinistra sono le stesse” (Di tutto l’Italia ha bisogno, ma meno di un nuovo Andreotti e la teoria dei due forni. L’opportunismo di Monti non ha limite, anche se ci spiegherà che fondamentale è il “programma”, i cui contenuti devono essere malleabili se indifferentemente potrebbero andare bene per due partner così diversi tra di loro)  

Giovanni De Luna, Il Manifesto, 17 febbraio 2019
“Gli intellettuali italiani, invece, non sono riusciti a mobilitare direttamente l’opinione pubblica e quando hanno cercato di darsi una veste politica (penso, ad esempio, all’esperienza dei girotondi), le loro istanze si sono sempre afflosciate su se stesse. Refrattari ai richiami dell’antipolitica e del populismo, non sono stati però in grado di avviare grandi campagne  di opinioni che costituiscono l’humus della cittadinanza democratica” (Niente da obiettare, ma forse manca anche il terreno accogliente per ogni seminazione)

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 17 febbraio 2013
“Le terribili diseguaglianze e la scomparsa della ricerca dell’interesse comune hanno provocato, non solo, ma in particolare in Italia, un grave deficit di democrazia e soprattutto una diffusa corruzione delle élites del potere politico ed economico, inserito in una varietà di centri di potere diffusi e frammentati, come dimostra l’incredibile quantità di liste tra le quali deve scegliere l’elettore. … Le conseguenze negative di questa frammentazione del potere e della sempre più diffusa e vergognosamente quasi accettata corruzione, porta ad un unico catastrofico esito, d alcuni anche per quel che cercherò di illustrare subito, auspicato, cioè l’ingovernabilità del sistema politico. L’ingovernabilità alimenta i misfatti di un sistema corrotto, di un basso livello della vita politica ed economica, e di un declino della società e dell’estinzione delle virtù civiche e dello spirito pubblico”

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