giovedì 12 novembre 2020

Una nuova economia ?

 


 

Diario

12 novembre 2020, anno primo dell’era covid

 

Massima attenzione all’economia, rilanciare l’economia, aiutare l’economia, ecc. politici e  commentatori non mettono limite alla loro creatività nell’indicare che il problema dell’economia, insieme a quello della pandemia, è fondamentale. Non si può dubitare che l’economia, qualsiasi cosa si può intendere con questo termine, è lo strumento (per così dire) per distribuire “reddito” alle persone, quindi in una situazione nella quale questo strumento è in difficoltà, a ragione del virus, c’è un problema di sopravvivenza della stessa popolazione. La soluzione è quella dell’intervento dello Stato. Questo assume varie forme: aiuti alle famiglie, trasferimenti a tutte le attività commerciali e di servizi che per effetto dei vincoli adottati non riescono a raggiungere le entrate di sopravvivenza, cassa integrazione, finanziamento alle imprese industriali, spostamenti o cancellazione delle scadenze, fiscale, ecc. Tutto RAGIONEVOLE, tutto GIUSTO (nella sostanza), tutto NECASSARIO. Bene, ma tutti si mettono le mani davanti agli occhi per non vedere come la nostra società-economica sta cambiando.

Detto in modo semplice e forse provocatorio: che tipo di società liberista è quella che alla prima difficoltà si chiede e si rivendica di mungere la mucca pubblica? Ma si dice non è colpa dei singoli, ma di una valanga esterna, ciascuno non ha colpa. Ah, ah, calma, non è proprio così, in una economia liberista chi intraprende una qualche attività deve fare i conti anche con ipotesi di avvenimenti contrari, e a questi prepararsi (banalmente ci sono le Assicurazione). Ma va bene consideriamo lo Stato di eccezionalità e consideriamo quanto lo stato fa ragionevole, giusto, necessario ecc. , ma ci si rende conto che se lo Stato di eccezionalità continuasse, come pare probabile, due, tre, quattro, cinque …. mesi la nostra economia, tutte le attività, di fatto sarebbero statali? Saremmo senza accorgersene entrati in una forma spuria di economia mista, nella quale il peso pubblico sarebbe molto rilevante.

Non auspico un’interruzione del flusso di risorse dallo Stato ai privati, ma piuttosto penso sarebbe utile riflettere sul tipo di economia che si potrebbe realizzare una volta debellato il maledetto virus.

È  certo che le piccole attività di servizio e di commercio potrebbero essere riconsegnate ai privati, ma sono cero che un discorso diverso si potrebbe e dovrebbe fare per le attività industriali, per le attività più significative per lo sviluppo futuro anche tecnologico, ecc.

Non sarebbe scandaloso che lo Stato rivendicasse il diritto alla sua presenza nella gestione e direzione di queste attività. Insomma un’economia mista diversa da quella del passato, quando imprese private e pubbliche si fronteggiavano, magari in concorrenza, ma piuttosto una gestione mista di tutte le attività principali.

Le obiezioni possono essere molte come pure le preoccupazioni. Prima tra tutte quella della corruzione, ma questa è una battaglia che prima  o poi si dovrà fare fino in fondo. A me sembra che il virus ci dia la possibilità finalmente di discutere con i piedi per terra della necessaria trasformazione della nostra economia.    

PS In questi giorni c’è molto meraviglia nello scoprire che la società autostrade dei Benetton portava avanti una gestione del sistema autostradale a tutto vantaggio della società con il massimo di disprezzo per l’incolumità di chi quel servizio autostradale utilizzava. Una strana meraviglia e una memoria corta: si dimentica infatti che l’impero dei Benetton nasce e  cresce sullo sfruttamento del lavoro a domicilio, le campagne venete, ma non solo, erano piene di donne e ragazze e ragazzi che producevano per pochi soldi la maglieria che poi Benetton vendevano in mercati sempre più larghi. Non voglio negare una certa geneliatà imprenditoriale ma voglio sottolineare come questa si faceva forte con un ampio sfruttamento della manodopera, soprattutto femminile. Crescendo l’approccio è continuato a essere lo stesso, sfruttamento della manodopera e nel caso specifico degli utenti.

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