lunedì 20 gennaio 2014

Una legge elettorale extra-parlamentare



Diario 242


Una legge elettorale extra-parlamentare 



È giusto! la legge elettorale, essendo una legge-regola, deve essere approvata con il massimo di consenso delle forze politiche (tendenzialmente tutte). 

La procedura adottata da Renzi, solo apparentemente risponde a questa esigenza, in realtà tende a rafforzare le oligarchie di comando dentro i singoli partiti. Si configura come una legge, che dovrebbe regolare l’accesso al parlamento, prodotta al di fuori del parlamento, con una trattativa personale del segretario del PD con i capi delle altre forze politiche e con un esito del tipo “mangiare questa minestra”.

Ciascun capo partito, che accettasse la soluzione, la proporrà al proprio partito incatenata, non emendabile, non modificabile; in caso contrario crollerebbe l’accordo con le altre forze e si tornerebbe al punto zero. Anche Renzi, si appresta lunedì a sottoporla per la ratifica al suo partito. Non alla discussione ma alla ratifica. Dopo di che passera alla ratifica dei gruppi parlamentari, che sotto il ricatto di elezioni anticipate non potranno che approvarla. 

La procedura seguita è probabile che alla fine ci darà una nuova legge elettorale, questo è un bene da verificare con il suo contenuto, ma non è una legge (le “regole”) condivisa dalle forze politiche, ma dai “capi” delle forze politiche sulla base di strategie politiche che nulla hanno a che fare con le regole e molto con le convenienze.

Non essendo un esperto di leggi elettorali, non essendo nota la stesura di merito di questa legge si può notare che vengono disattese i due principali elementi che hanno determinato il rigetto da parte della Corte Costituzionale della precedente legge: 1. La mancanza di potere dei cittadini di scegliersi i propri rappresentanti, per quello che si legge la proposta prevede collegi numerosi e liste per ciascun collegio bloccate (niente preferenze); 2, pare, ma la cosa non è assolutamente chiara, che resti un premio di maggioranza anche se corretto rispetto alla legislazione passata. 

La legge dovrebbe garantire: rappresentanza e governabilità (una democrazia bipolare). Gli esperti ci fanno sapere che la governabilità in presenza di tre “gruppi” forti (la destra, il centro-sinistra, M5*) non è garantita, non solo ma neanche la rappresentanza, per non parlare del bipartitismo.


Incontro Renzi-Berlusconi 


La “consonanza” (che è qualcosa di più di un accordo, tra i due (un amico mi ha scritto che questo accordo gli ricordava il patto Molotov- Ribbentrop, dalla tragedia alla farsa) è ascrivibile all’evitare la crisi di governo, nessuno dei due si sente pronto (al di là delle affermazioni) e hanno bisogno di tempo per prepararsi alla battaglia elettorale l’uno contro l’altro (ai due contendenti importano relativamente le regole, hanno bisogno di “armarsi” per combattersi, e se uno crede alla sincerità dell’altro sa cosa gli capiterà). 

Può darsi che i due si dovessero incontrare, ma il modo ancor mi offende. E Renzi è caduto nella trappola: ha scambiato una consonanza sulla legge elettorale e sulle altre riforme costituzionali in cambio di una rilegittimazione di un condannato in via definitiva. Non è un caso che l’ex senatore ha detto specificatamente di voler giocare il ruolo di “padre della patria”. Siamo giunti a che un condannato per reati comuni e contro lo stato vuole vestire la toga di padre della patria. Per quando degradato questo paese, meriterebbe un padre con la faccia un po’ pulita.

Questa consonanza, di fatto antidemocratica nella misura in cui che è fondata sulla governabilità, sulla eliminazione del potere di veto dei partiti piccoli (che pur rappresentano qualcosa), e sulle liste bloccate oltre che sul premio per chi meglio si piazza, non lascia presagire niente di buono.

L’esercizio della democrazia è faticoso, ma nell'uno, né l’altro vogliono fare questa fatica, preferiscono l’espressione di un potere personale, l’uno basato sui soldi, l’altro sul consenso (attuale).

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