venerdì 10 settembre 2021

Restaurazione senza critica

 

 

 

Diario

10 settembre 2021

 

Se con un po’ di attenzione, e combattendo il filo di noia che prende, si seguissero le trasmissione di discussione politica, per esempio in TV, si scoprirebbe, con poca meraviglia, che alcuni degli interlocutori più critici (filosofi, professori, giornalisti, ecc., con un passato più o meno da estremisti), riescono ad appuntare sul governo delle critiche relative al metodo. Il decreto, la legge, il provvedimento poteva essere fatto meglio, essere più chiaro, senza contraddizioni, ecc., ma nessuno elabora una critica sulle prospettive di trasformazione della società.

Alcuni affermano la necessità di una trasformazione, ma si tratta di una affermazione senza spessore. Sono consapevole che non è facile indicare una “via di trasformazione” che non segua modelli storici fallimentari, ma tuttavia meriterebbe misurare quale tasso di trasformazione inducono i provvedimenti governativi. Niente di tutto questo. Quella operata da Mario Draghi è una vera e propria restaurazione, le innovazioni essendo limitate a quanto impone l’innovazione tecnologica e a quanto conviene integrare le trasformazione sociali indotte dal passare del tempo, senza sconvolgere rapporti di potere.

Non si tratta di una critica agli “intellettuali”, questi infatti non sono tutti uguali, si diversificano per cultura, esperienza politica, punti di vista sulla società, ecc. ma piuttosto pare necessaria una riflessione tragica, il pensiero critico sulla società e la individuazione dei processi di trasformazione (non di cambiamento) sono scomparsi dall’orizzonte del pensiero e della politica di sinistra.

Che suonino, che suonino pure, ma la musica pare inadatta alle necessità.

 

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